Di professione fa il dipendente pubblico a Corbetta, cittadina dell’hinterland milanese. Ma la vera passione di Antonio Iadevaia è la politica. Tanto da farsi fotografare, ancora con addosso la divisa del comune, mentre distribuisce volantini della Lega Nord. Siamo nella primavera 2016 e in corso c’è la campagna elettorale. Ogni giorno un appuntamento, un gazebo da allestire. E lui, l’operaio seguace di Matteo Salvini, dà sempre una mano. Con qualche stonatura, come quando arriva in piazza con un automezzo comunale e poi scarica materiale di propaganda. All’epoca il primo cittadino è il leghista Antonio Balzarotti, tollerante con questi eccessi. Ma anche ai tempi del centrosinistra, al governo del paese fino al 2011, Iadevaia viene ‘graziato’ con un semplice richiamo, nonostante utilizzi la tessera elettronica comunale, che serve per pranzare nei bar convenzionati durante la pausa lavorativa, pure nei giorni di ferie o di malattia.
Oggi però a guidare l’amministrazione c’è Marco Ballarini (Forza Italia), con Carroccio e Pd all’opposizione. E la musica cambia. Anche perché l’operaio leghista ne combina un’altra: copre il collega Graziano Guerino – che abbandona il posto di lavoro senza permesso né giustificato motivo – e timbra il cartellino al suo posto. Risultato: entrambi vengono licenziati. Iadevaia accetta di buon grado la decisione della giunta, mentre Guerino ricorre al Giudice del lavoro, che a tempo di record (poco più di un mese) dà ragione al Comune. Effetti della legge Madia sul licenziamento veloce. Ci provò anche Sanremo, affrontando un caso simile di ‘furbetti del cartellino’. La causa è in corso, tranne che per l’ex messo comunale Mirko Norberti, reintegrato per un cavillo: la lettera di licenziamento non era firmata. A Corbetta è andata meglio: un successo pieno, che suona come avvertimento per altri dipendenti pubblici a rischio.
Tra loro la vigilessa Lina Narciso: ripresa dalle telecamere mentre timbra il cartellino e poi, senza mettere piede in ufficio, esce dal comune per dirigersi al bar, ignorando peraltro un’emergenza in corso. Dieci giorni di sospensione e un altro provvedimento a suo carico per non aver svolto con la necessaria perizia alcune delle mansioni a lei assegnate, tra cui redigere i verbali degli incidenti stradali. Sorvolando sul fatto che l’agente di Polizia locale, negli ultimi sei mesi, è arrivata in ritardo al lavoro trenta volte.
Il sindaco Ballarini, interpellato da Ilfattoquotidiano.it, esprime due sentimenti contrastanti. Tristezza, “perché non è mai una vittoria quella che si conclude con un licenziamento di un dipendente”. Ma anche soddisfazione, “perché siamo stati di parola: fin dal nostro insediamento avevano dichiarato che non ci sarebbe stata alcuna tolleranza nei confronti dei disonesti, che tirano a campare sulle spalle dei lavoratori seri, la netta maggioranza. Abbiamo dimostrato che Corbetta è diversa da molte altre parti d’Italia”.
E la Lega Nord che ne pensa del ‘furbetto padano’, ormai a tutti gli effetti ex dipendente pubblico? Quando l’operaio fu ‘pizzicato’ a timbrare il cartellino del collega assenteista, i vertici locali del Carroccio scelsero la prudenza: “Valuteremo la gravità dei fatti”. Ora che il licenziamento è ufficiale, però, nessuno vuole rilasciare dichiarazioni.