Al danno di una crisi idrica drammatica, coi rubinetti a secco da oltre tre mesi, si è aggiunta la beffa di una raffica di denunce per aver protestato. Succede a Formia, basso Lazio. Da maggio senz’acqua di notte e con improvvise e prolungate chiusure diurne, i cittadini e gli imprenditori locali hanno trascorso un’estate da incubo. E sono allo stremo. L’agenda dell’informazione li ha ignorati. Si è parlato solo di Roma. A fine agosto sono scesi in piazza e sono stati denunciati a centinaia per interruzione di pubblico servizio. Loro, i manifestanti. È la conseguenza di due iniziative spontanee svolte tra il 29 e il 30 agosto.
Esasperati, i formiesi si sono riversati nelle strade a migliaia. Hanno esibito striscioni. Hanno urlato la loro rabbia contro Acqualatina, la società che gestisce il servizio. Hanno bloccato la Flacca, hanno provato a sospendere la circolazione ferroviaria. E così il 31 agosto la Questura di Latina ha iniziato a notificare un paio di centinaia di ‘elezioni di domicilio’ ad altrettanti manifestanti. Il documento che cristallizza l’esistenza di un’indagine, di un’iscrizione nel registro della Procura. Si ipotizza l’interruzione di pubblico servizio e l’aver dato vita a una manifestazione non autorizzata.
Acqualatina spiega che i problemi nell’erogazione dell’acqua dipendono dal livello delle sorgenti che si è drasticamente ridotto in questa estate tra le meno piovose degli ultimi decenni. Ma secondo Confcommercio non si può andare avanti così, si è arrivati al limite. L’associazione di categoria ha inviato una lettera al Prefetto di Latina Pierluigi Faroni, denunciando “una situazione socio-economica molto preoccupante”.
“Le interruzioni del flusso idrico improvvise e perduranti stanno creando disagi pesantissimi alle attività economiche, oltre che alla cittadinanza; negli ultimi giorni le nostre imprese non hanno potuto operare”, scrivono i rappresentanti dei commercianti. “Oggi (31 agosto, ndr) l’erogazione dell’acqua si è interrotta alle ore 11 (anche se il flusso è stato successivamente ripristinato) e molti operatori economici sono stati costretti a chiudere le loro attività. Siamo estremamente preoccupati dal perdurare di questa situazione diventata ormai insostenibile e soprattutto della ormai manifesta incapacità di tutti gli attori nel fronteggiarla”. La lettera segnala “una situazione di ordine pubblico ad alto rischio”. Che si è deciso di affrontare con una raffica di denunce.