L'aggressione è avvenuta la sera di venerdì 1 settembre a Ferrandino. L'uomo ha chiesto al professionista un referto per il rinnovo della patente. Al rifiuto del dottore di falsare il contenuto del documento, lo ha attaccato prima solo a parole poi con l'uso della violenza fratturandogli il femore
Il medico non vuole rilasciargli un certificato falso e il paziente gli frattura il femore. È successo a Ferrandina, nel Materano, dove il dottor Leonardo Trentadue è stato aggredito e malmenato dall’uomo per essersi rifiutato di compilare il referto medico necessario al rinnovo della patente dell’aggressore. La sera di venerdì, 1 settembre, il medico di famiglia di 67 anni è stato pestato con tanta violenza da richiedere una prognosi di quaranta giorni. Il paziente è stato denunciato per lesioni gravissime.
Lui voleva il certificato per il rinnovo della patente, e pretendeva che il medico omettesse alcune patologie che avrebbero potuto compromettere il buon esito della pratica. Niente da fare: lo specialista non ha voluto rilasciarli il referto falso. Così, in maniera bonaria, aveva invitato l’assistito a scegliere un altro dottore, essendo venuto meno il rapporto di fiducia tra medico e paziente. A questo punto è stato aggredito. I militari della compagnia di Pisticci, Matera, hanno ascoltato entrambi: secondo una prima ricostruzione il professionista è stato aggredito prima verbalmente e poi fisicamente dall’uomo. Il dottore, al momento, è ricoverato nell’ospedale del capoluogo lucano con una prognosi di quaranta giorni.
A denunciare l’episodio è il segretario provinciale di Matera della Federazione dei medici di medicina generale, Michele Campanaro, che in una nota ha espresso solidarietà al collega. Campanaro ha evidenziato che “la certificazione corretta di quanto direttamente constatato o a conoscenza del medico è un atto che, oltre a costituire un obbligo deontologico, si pone anche a tutela della sicurezza di tutti i cittadini”.
La Federazione denuncia oltre alle “aggressioni che vedono vittime i colleghi di Guardia Medica – sottolinea la Fimmg Matera – privati della minima indennità relativa a tale rischio per le ”osservazioni” della Corte dei Conti e i successivi provvedimenti ”cautelativi” della Regione”, anche quelle “verso i medici di famiglia”. Una categoria di professionisti “che si credeva tutelata dal rapporto di fiducia medico/paziente. Crediamo – dice il segretario provinciale Campanaro – che tale episodio sia sintomatico della scarsa considerazione e rispetto verso la professione medica ormai schiacciata tra burocrazia e malcostume”.