Il film tra suggestioni classiche e postmoderne rilegge la favola 'codificata' nel XVII secolo da Giambattista Basile, ma di tradizione orale millenaria. Un progetto attesissimo, che arriverà in sala con Videa il 14 settembre, rivolto a un pubblico di giovani e adulti
La cenere lì dove c’era solo luce. Una grande nave, una volta simbolo di speranza e ideali, trasformata in un covo di traffici e delinquenti, palazzo di un ‘re’ camorrista in una Napoli distopica oscurata nei colori e negli umori dopo un’eruzione del Vesuvio. È l’ambientazione della Gatta Cenerentola animata versione noir e favola moderna creata dai registi Alessandro Rak (vincitore di un European Film Award per L’arte della felicità, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone) che debutterà in concorso per Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia domani 5 settembre e di cui il FattoQuotidiano.it vi mostra un clip in esclusiva.
Un’opera raffinata che tra suggestioni classiche e postmoderne si appropria della fiaba codificata nel XVII secolo dal maestro di ogni racconto, Giambattista Basile, ma di tradizione orale millenaria. La Gatta creata dalla Mad Entertainment (che produce con Rai Cinema), studio napoletano diventato in pochi anni una delle realtà più interessanti e innovative dell’animazione italiana, sbarcherà nelle sale italiane il 14 settembre. Nel cast di voci, fra gli altri, Massimiliano Gallo, Mariapia Calzone, Alessandro Gassmann, Mariano Rigillo e Renato Carpentieri.
La Cenerentola della Mad, che vediamo bambina e alla vigilia dei 18 anni, è cresciuta ”quasi come una gatta selvatica”
sulla Megaride, ferma nel porto. Una immensa imbaracazione, che era stata il luogo dei sogni di rinascita per la città, attraverso tecnologie avveniristiche, del filantropo e scienziato Vittorio Basile (doppiato da Rigillo), eliminato dopo il matrimonio con Angelica (Calzone), donna e complice del boss Salvatore Logiusto, detto O’ re (Gallo), che utilizza l’eredità di Cenerentola per fare del porto di Napoli una capitale del riciclaggio. Ed è proprio la Megaride, diventata un bordello, dove spadroneggiano le sei sorellastre di Cenerentola, a fare da teatro alla ricerca di giustizia della protagonista. A legare presente, passato e futuro, ci sono gli ologrammi, tracce della tecnologia creata da Vittorio Basile, che prendono vita inaspettatamente, tra sogno e realtà.
L’opera di 86 minuti è realizzata unendo 3d e 2d, ma non solo è stata utilizzata la tecnica del paint over, che dà sulle immagini l’effetto di ‘pennellate’. Densa di suggestioni anche anche la colonna sonora con le musiche originali di Antonio Fresa e Luigi Scialdone e le canzoni di Guappecarto’, Francesco Di Bella, Virtuosi di San Martino, Daniele Sepe, Enzo Gragnaniello (che doppia anche uno dei personaggi), Ilaria Graziano con Francesco Forni e i Foja.