Da progetto ambizioso voluto da Silvio Berlusconi nel 2004 a cantiere senza fine tra cavilli burocratici e difficoltà, l'istituto è stato inaugurato dal sindaco ex M5s Federico Pizzarotti. Nato per accogliere i figli dei dipendenti Efsa, potrà accogliere anche alunni esterni
Più di dieci anni per la sede di una scuola che negli intenti degli amministratori avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello della città, ma che poi è diventata un cantiere senza fine, bloccato da burocrazie e contenziosi. E costato oltre 30 milioni di euro di risorse pubbliche. E’ arrivato il 4 settembre 2017 il tanto atteso taglio del nastro della Scuola per l’Europa di Parma, slittato più di tre volte dal 2011, da quando cioè era stata prevista la prima consegna dei lavori.
Il progetto risale al 2006, dopo che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel 2004 aveva portato nella città emiliana l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare. L’idea era di un istituto per i dipendenti dell’authority, poi allargato anche agli alunni italiani, unico esempio allora in Italia insieme alla scuola europea di Varese. La prima pietra dell’edificio, un moderno campus di sette palazzi che sorge su un’area di 22mila metri quadrati, era stata posata nel 2010 dall’ex sindaco di Parma Pietro Vignali, ma i lavori alle porte sud della città, di fronte al campus universitario, sono andati avanti a singhiozzo per sette anni e sono terminati solo due mandati amministrativi dopo. In mezzo, la caduta della giunta che aveva dato via all’iter di costruzione, travolta dalle inchieste giudiziarie, il commissariamento e la crisi del Comune finito quasi in default, e l’arrivo dei Cinque stelle al governo della città. Terremoti e cambi in corsa che, uniti alla crisi del settore edilizio, hanno immobilizzato l’opera, reclamata da anni dai genitori degli alunni e dai vertici dell’istituto.
A inaugurare la Scuola Europea parmigiana è stato quindi il sindaco Federico Pizzarotti all’inizio del suo secondo mandato da ex pentastellato, dopo che nei suoi primi cinque anni al vertice del Comune, con l’opera ormai completata al 90 per cento ma il cantiere bloccato per mancanza di risorse e cavilli burocratici, aveva cercato di risolvere la questione interpellando anche l’allora premier Matteo Renzi e il ministro Graziano Delrio. A sbloccare la situazione è stato un finanziamento di 3,9 milioni di euro arrivato grazie a un emendamento alla legge di stabilità 2015 sostenuto dai parlamentari parmigiani Giorgio Pagliari, Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini. Le risorse, unite a quelle già stanziate dal Comune, hanno permesso di ultimare il complesso scolastico che potrà ospitare 900 alunni dai 4 ai 18 anni, che finora si erano dovuti accontentare di fare lezione in aule provvisorie messe a disposizione da altri istituti cittadini, ma che all’apertura dell’anno scolastico 2017/2018 hanno finalmente trovato spazio nella loro nuova sede. “E’ un’opera che io avrei fatto diversamente – ha detto il primo cittadino Federico Pizzarotti ai cronisti presenti al taglio del nastro – Ma la nostra missione nel primo mandato era anche quella di completare delle eredità pesanti del passato. Sicuramente la Scuola Europea ha tante potenzialità che potremo sfruttare anche per il nostro territorio”.