“Se quello è un profugo…. vestiti alla moda, bella vita… ma che schifo. E siete finti anche voi, vergognatevi“. E poi: “Il vostro m… ospite girava molto ben vestito e voi ve ne siete fregati. Dove prendeva i soldi? Rapine, esattamente come fate voi”. Ancora: “Fate schifo” e “Siete strutture inutili e piattaforme per la diffusione di esseri immondi“.
Oggi la decisione su Butungu – Decine e decine di insulti, molti irripetibili, continuano a comparire ora dopo ora sulla pagina Facebook della cooperativa Labirinto di Pesaro, che gestisce il servizio di accoglienza di cui ha usufruito Guerlin Butungu, il 20enne congolese arrestato domenica per gli stupri di Rimini. Oggi il gip si esprimerà sulla convalida del fermo, mentre la procura per i minori di Bologna ha chiesto il carcere per i fratelli marocchini e il nigeriano, due dei quali reo-confessi per l’aggressione alla coppia polacca. Le accuse sono per tutti di rapina aggravata, violenza sessuale di gruppo e lesioni aggravate.
Polonia chiede estradizione – Proprio per il coinvolgimento dei due giovani turisti, il vice ministro della Giustizia Patryk Jaki ha annunciato che la Polonia chiederà l’estradizione del branco. Jaki ha detto che i quattro dovrebbero affrontare una punizione molto severa per avere commesso questi crimini e nel frattempo le autorità polacche hanno aperto sull’attacco una loro propria inchiesta, mirata a chiarire la responsabilità di Butungu e degli altri.
“Comprensibile, ma non costruttivo” – Il 20enne congolese non era più ospite del centro da almeno due mesi e la presidente della cooperativa aveva spiegato che nel corso della permanenza nella struttura aveva sempre rispettato le regole. Ma la totale estraneità alla vicenda della Labirinto non ha comunque fermato gli utenti di Facebook che da ore bersagliano i post della coop, insultando gli operatori. “E’ comprensibile che le persone, d’istinto, possano andare oltre la realtà contingente, nell’impotenza che tutti provano di fronte a questo orribile reato”, ha scritto in tarda mattinata Labirinto, attiva dal 1979 nel Pesarese e impegnata solo da quattro anni con richiedenti asilo e rifugiati. “Ma è altrettanto vero che alcuni di questi commenti non sono costruttivi né di aiuto alle vittime, e non possono in alcun modo essere utili al dialogo attorno alla complessa tematica delle migrazioni”, si legge ancora nel post.
La condanna dei comportamenti illeciti – “In riferimento ai gravi fatti di Rimini, la Cooperativa esprime la sua solidarietà e profonda vicinanza verso le vittime delle aggressioni – dice la cooperativa – Con rispetto verso le forze dell’ordine e gli inquirenti deputati a far luce su quanto accaduto, la Labirinto condanna fermamente comportamenti illeciti e lesivi della libertà e dignità altrui”. Per poi concludere che “soprattutto nelle situazioni che coinvolgono le persone, la cooperativa Labirinto ritiene che sia corretto esprimersi con cautela, valutando con attenzione le possibili conseguenze di quanto si dichiara, schierandosi a favore del bene comune e non contro qualcuno o qualcosa”.