Decine di edifici storici abbandonati. Molti dei quali privi del solaio, dopo i crolli che si sono verificati. Negli anni si sono trasformati letteralmente in discariche a cielo aperto, pieni di cumuli di spazzatura accumulati all’interno. Vicoli antichi pieni di buche e strade dissestate. È ridotto da oltre vent’anni in questo stato il centro storico di Cosenza, la città del filosofo e matematico Bernardino Telesio. Si teme che basterebbe una scossa di terremoto di bassa intensità per causare nuovi disastri e tragedie. Tra problematiche strutturali, disagio sociale e povertà, una delle situazioni più preoccupanti è quella di un edificio adiacente al Duomo di Cosenza, e all’ingresso dell’area archeologica voluta dall’allora sindaco Giacomo Mancini, a inizi del Duemila. All’ultimo piano di uno stabile antico vivono due fratelli. Per accedere al loro appartamento bisogna attraversare delle travi di legno su uno strapiombo. E dopo l’incendio del 18 agosto dove hanno perso la vita tre persone e un cane, e il nuovo crollo del 28 agosto nel quartiere Santa Lucia, l’emergenza continua.
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