Nella difficile trattativa con Bruxelles, il governo May continua a usare come arma la minaccia di limitare i diritti dei cittadini Ue che vivono o vorranno vivere nel Regno Unito. "Noi vogliamo attirare persone, non chiudere porte in faccia", ha spiegato il ministro Fallon. Il sindaco della Capitale: "Così si strozza l'economia"
L’ultima carta che Londra mette sul tavolo è il limite all’ingresso dei lavoratori non qualificati. Nella difficilissima trattativa con Bruxelles sulla Brexit, il governo May continua a usare come arma la minaccia di limitare i diritti dei cittadini Ue che vivono o vorranno vivere nel Regno Unito e fa trapelare sul Guardian le proposte elaborate per ridurre l’immigrazione europea. Il documento di 82 pagine, datato agosto 2017 e messo a punto dall’Home Office, elenca una serie di misure che la delegazione deputata alle trattative con Bruxelles è pronta a mettere sul tavolo del negoziato.
E’ previsto che la libera circolazione dei lavoratori finisca subito dopo l’uscita del Paese dall’Ue, che venga scoraggiato l’ingresso di lavoratori non qualificati con permessi di residenza della durata di massimo due anni e che sia introdotto l’obbligo del passaporto alla frontiera. Contrario a queste misure il sindaco laburista di Londra, Sadik Khan. Il primo cittadino ha affermato che una politica del genere “strozzerà l’economia della capitale”.
Il documento, intitolato Border, Immigrazion and Citizenship System After the IK Leaves the European Union, punta a dare priorità ai britannici nell’accesso ai posti di lavoro. Per i lavoratori Ue qualificati sono proposti invece permessi di residenza più lunghi, da 3 fino a 5 anni. Fra le altre potenziali restrizioni, quelle riguardanti i ricongiungimenti familiari, col rischio che molte famiglie siano così divise. E’ prevista, inoltre, l’introduzione di permessi di residenza biometrici provvisori per tutti i residenti Ue che intenderanno stabilirsi nel Paese per più di qualche mese. Nello stesso documento si precisa però che si tratta solo di proposte, che devono essere approvate dai ministri e “sono soggette ai negoziati con l’Ue”.
“Noi vogliamo attirare persone, non chiudere porte in faccia”, ha spiegato il ministro della Difesa Michael Fallon rispondendo a Sky news in merito alle rivelazioni del Guardian e confermando i contenuti del “piano segreto” di Downing Street. “Sull’immigrazione bisogna trovare un punto di equilibrio”, ha aggiunto Fallon precisando che nei prossimi mesi il governo delineerà il suo programma per regolare i flussi dall’Unione europea dopo la Brexit.