Milena Gabanelli non ci sta. Chiamata in Rai dall’ex dg Campo Dall’Orto per lanciare il nuovo grande portale Rai24.it e invece relegata al ruolo di scomoda comprimaria, l’ideatrice di Report ha deciso di autosospendersi: andrà in aspettativa non retribuita fino a quando il Consiglio di amministrazione non varerà il nuovo piano news. È questa la scelta della giornalista (anticipata da Il Fatto Quotidiano in edicola) dopo la proposta fatta dai vertici Rai negli scorsi giorni: la condirezione di Rai News e la gestione del sito esistente. Altro che nuovo progetto. Una decisione che la Gabanelli ha spiegato con parole che non lasciano spazio a interpretazioni alternative: “Non me la sento di mettere la faccia su un prodotto che non firmo (non essendone il direttore responsabile) – ha detto – Ho chiesto oggi al dg di concedermi l’aspettativa non retribuita, fino a quando il cda avrà varato il nuovo piano news e deciso quegli accorpamenti che sarebbero il preludio per il varo di una nuova testata. Se a quel punto intenderà affidarmi la direzione troverà la mia disponibilità”. Altrimenti – ma questo Milena Gabanelli non lo dice – la sua breve storia da dipendente di Viale Mazzini sarà durata il tempo di una promessa: quella di mettere il piedi il più grande sito web di informazione italiana. Un progetto voluto da Antonio Campo Dall’Orto, contrastato da una parte del cda e dalla presidente Rai Monica Maggioni e definitivamente messo in naftalina dall’attuale direttore generale Mario Orfeo.
LA ROTTURA TRA GABANELLI E ORFEO E LA NOTA DELLA GIORNALISTA – Come spiegato da Il Fatto Quotidiano, la rottura tra Orfeo e la Gabanelli si è consumata mercoledì pomeriggio. L’ideatrice di Report ha risposto no all’offerta di condirezione di Rai News con Antonio Di Bella, mettendo Orfeo davanti a una sorta di aut aut: autosospensione o ritorno al progetto originario per il quale era stata chiamata a Viale Mazzini lo scorso febbraio. Ma la realtà è stata ben diversa: dal progetto ambizioso alla ‘panchina’. Un dato di fatto, con conseguenze surreali sull’informazione via web del servizio pubblico. Milena Gabanelli, nella nota diramata nel pomeriggio, non ha mancato di sottolineare questi effetti collaterali: “Sembrerà strano – spiega la giornalista – ma la Rai, al contrario di tutte le tv del mondo, ha molti telegiornali, ma non ha un portale di news online organizzato in modo da valorizzare il lavoro dei suoi 1.600 giornalisti sul web. La concessione dice che deve colmare il gap digitale – ha aggiunto – poiché una grande fetta di popolazione non si informa più attraverso i canali tradizionali, e ad oggi è completamente esclusa dal servizio pubblico pur pagando il canone. Un fatto gravissimo di cui sia l’azienda che la commissione di Vigilanza sono consapevoli”. La giornalista, dunque, ha detto no a una mansione che, rispetto a quello che doveva essere il nuovo grande portale Rai24.it, appare di serie B: “Il mio incarico era di preparare le condizioni per poter mettere tutti i 1.600 giornalisti Rai (a partire dai corrispondenti esteri e regionali) in condizione di anticipare le notizie sull’online – aggiunge – e fornire contenuti realizzati ed informazioni di cui sono depositari, e che, per ragioni di spazio, non possono essere condensate nei telegiornali”.
GABANELLI SMONTA LA PROPOSTA INDECENTE – Invece è arrivata la proposta di condirezione, con una squadra di una ventina di persone al massimo non scelte da lei, per cercare di rilanciare un sito, Rainews.it, che raggiunge appena i 100mila utenti unici al giorno. Un brand fallimentare su cui nessuno, finora, ha osato mettere la faccia e tentare un rilancio. “La soluzione individuata dal cda è quella di trasferirmi, in attesa di tempi migliori, dentro al sito di Rainews.it, che oggi fa poco più di 100mila utenti unici e si piazza al 35° posto di tutte le testate online – spiega ancora – Senza una definizione dei tempi, con risorse inadeguate a coprire le 24 ore, e senza nessuna possibilità di decollare proprio perché è sbagliato il presupposto: i colleghi non anticipano le loro notizie dentro al sito di una testata vissuta come concorrente. Una visione a mio parere non altezza del compito che il servizio pubblico deve assolvere, ed economicamente sbagliata poiché rinuncia ai potenziali investimenti pubblicitari“. Alla voce ‘investimenti pubblicitari’ il paragone della Gabanelli è impietoso: “Per dare un’idea: Repubblica incassa dalla combinazione sito e social circa 27 milioni di euro l’anno, e poco meno il Corriere della Sera. Quali numeri potrebbe raggiungere un’azienda come la Rai che oltre alla potenza di fuoco ha un archivio di immagini immenso che nessun altro possiede in Italia?”. La domanda, al momento, resterà senza risposta.
IL PIANO DELLA GABANELLI PER LE NOTIZIE RAI SUL WEB – La giornalista ha poi spiegato i cardini del suo progetto originario, quello al momento bocciato dai piani alti di Viale Mazzini, e spiegato i motivi del no ricevuto dal cda: “Il mio lavoro è da tempo ultimato e il piano prevede quasi esclusivamente l’utilizzo di risorse interne – ha detto – L’ostacolo è questo: le testate sono troppe (Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Tg Parlamento, Rainews 24, Gr, Rai sport) e finché non se ne accorpa qualcuna non si può varare una nuova testata. Che bisogna riorganizzare l’offerta informativa lo dice sempre, e giustamente, la concessione – ha aggiunto – e l’interpretazione del Cda è stata: non è possibile approvare una nuova testata (anche se urgente, poiché sull’informazione digitale la Rai è in colpevole ritardo, e sulla quale sono stati fatti investimenti), perché prima c’è qualche testata di troppo da accorpare, e si fa fatica a farlo”. Non è mancato un attacco diretto ai consiglieri di amministrazione: “Purtroppo – ha sottolineato Gabanelli – non mi risulta che i consiglieri siano mai entrati nel merito del progetto, organizzazione e potenzialità“.