“Corea del Nord? Sono pronto a mediare con Kim Jong-un, il 20 settembre andrò a Pyongyang e l’11 settembre incontrerò un alto funzionario nordcoreano”. Lo annuncia a L’Aria che Tira Estate (La7) il senatore di Forza Italia, Antonio Razzi, durante un confronto con la scrittrice Dacia Maraini, sulla quale ammette: “La conosco, è famosissima. Non ho mai letto i suoi libri, io purtroppo non ho tempo, ve lo dico da amico. Però mia moglie la legge perché è bravissima. Ma la sua fama la conosco. Complimenti“. Dacia Maraini, dal suo canto, delinea un suo personale ritratto del parlamentare abruzzese: “Forse quello che piace di lui è una certa bonomia, il non essere rancoroso, il non aggredire l’avversario, il non usare gli insulti. Tuttavia, questo è un momento gravissimo. Se Razzi facesse da mediatore con la Corea del Nord, sarebbe una cosa bellissima. Ma temo che le cose siano molto più complicate“. Il segretario della Commissione Esteri del Senato replica: “Molte volte reagire a muso duro o battere i pugni sul tavolo non serve a niente. Meglio la semplicità, anche un sorriso. O anche parlare, come dico io, da amico. Come si dice in francese, un po’ di ‘savar fes’ (savoir faire, ndr) bisogna averlo. Io so parlare con tutti, anche coi dittatori che abbiamo nella terra. Io ci vado a parlare, non ho paura di nessuno, non ho paura di morire. Io non sono un comico. Come si suol dire, il pericolo è il mio mestiere” – continua – “Io sono stato forse l’unico occidentale ad aver stretto la mano di Kim Jong-un e ad aver parlato con lui. E i capi a lui vicini mi hanno poi riferito che Kim ha detto, riferendosi a me: ‘Questo è un grande italiano’. Alfano? Non l’ho sentito, magari venisse con me in Corea del Nord. I missili di Kim? Li ho visti solo a una parata, mica io vado a vedere i suoi depositi dove si trovano i missili. Non è corretto”. Poi aggiunge: “Su twitter mi definiscono ‘l’ispettore Clouseau’? Non lo conosco, non ho mai avuto a che fare con lui. Effettivamente l’unica guerra che non vincerò mai è quella contro il congiuntivo. Però oggi parliamo la lingua di Dante. Se io nascevo prima di Dante, parlavate la lingua di Razzi. Questo è chiaro”