Il presidente Puigdemont ha chiesto ufficialmente ai sindaci di tutti i comuni catalani di confermare la disponibilità dei seggi usati abitualmente per le elezioni, i primi cittadini hanno 48 ore di tempo
La Corte costituzionale spagnola, su richiesta del governo di Madrid, ha sospeso il decreto di convocazione del referendum di indipendenza del primo ottobre firmato la notte scorsa dal presidente catalano Carles Puigdemont. La consulta ha dichiarato ricevibili tutti i ricorsi presentati dall’esecutivo spagnolo contro le decisioni prese ieri dal governo e dal parlamento catalano.
Il giorno dopo l’approvazione della legge per il referendum le autorità della Catalogna sono finite nel mirino di Madrid. La Guardia Civil spagnola ha eseguito una serie di perquisizioni nel sud della regione a caccia di schede e materiale elettorale per il referendum di indipendenza del primo ottobre dichiarato “illegale” dal governo centrale. Gli agenti della polizia spagnola hanno sorvegliato una tipografia di Costanti, vicino a Tarragona, dove sospettava potesse essere stampato il materiale per il voto secessionista. Un’azione ridicolizzata dal ministro degli interni catalano l’indipendentista Joaquim Forn: “È molto divertente”.
Il procuratore capo di Madrid José Manuel Maza ha annunciato denunce penali contro il presidente Carles Puigdemont. La procura denuncerà anche i membri della presidenza del Parlament che hanno messo ai voti la legge sul referendum. Ordine è stato dato inoltre alla polizia di indagare su ogni azione “volta alla tenuta del referendum illegale”. Puigdemont ha chiesto ufficialmente ai sindaci di tutti i comuni catalani di confermare la disponibilità dei seggi usati abitualmente per le elezioni, i primi cittadini hanno 48 ore di tempo.
Il Consiglio di stato spagnolo aveva approvato il ricorso che il governo di Madrid aveva presentato alla Corte Costituzionale. Il premier Mariano Rajoy aveva convocato una riunione straordinaria del consiglio dei ministri per approvare il ricorso. Rajoy e il leader dell’opposizione il socialista Pedro Sanchez avevano confermato la loro unità di azione contro la sfida indipendentista del presidente catalano Carles Puigdemont. Il premier ha consultato anche Albert Rivera, presidente di Ciudadanos, il terzo grande partito unionista spagnolo ostile al referendum definito “illegale” da Madrid. Podemos è invece favorevole al ‘diritto di decidere’ dei catalani. Il referendum “non ci sarà. Questo voto – diceva Rajoy – non si celebrerà in alcun caso, è un un chiaro e intollerabile atto di disobbedienza alle nostre istituzioni democratiche”
A Barcellona i partiti indipendentisti, che hanno la maggioranza assoluta nel ‘Parlament’ catalano, hanno presentato formalmente con procedura urgente e richiesta di modifica dell’ordine del giorno la legge di “rottura” dalla Spagna alla plenaria dell’assemblea di Barcellona, chiedendo che venga esaminata e approvata oggi. Davanti alle contestazioni dell’opposizione unionista la presidente Carmen Forcadell ha sospeso la seduta e convocato l’ufficio di presidenza.