“Caso Gabanelli? E’ tutto poco trasparente. Lei ha rifiutato una promozione, anche economica, e, parlandone pubblicamente, ha messo alla berlina alla sua azienda“. Sono le parole di Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario della Commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, sulla vicenda della giornalista Milena Gabanelli, che ha non ha accettato la candidatura a condirettrice di RaiNews24, al fianco di Antonio Di Bella, e ha richiesto un’aspettativa non retribuita fino alla data in cui verrà varato il nuovo piano news dell’azienda. Ospite di “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” (Radio Cusano Campus), il parlamentare renziano commenta: “La Gabanelli ha respinto una promozione: da vicedirettore è stata candidata a condirettore, su proposta di Freccero, votata all’unanimità perché si tratta di una grande giornalista. Anziché ringraziare, si ha questa levata di scudi con autosospensione. E lei, anziché parlarne nel chiuso delle stanze della Rai, ha preferito annunciare tutto pubblicamente. Lo avesse fatto chiunque altro per la sua azienda non so cosa sarebbe successo”. E aggiunge: “La Gabanelli ha firmato un contratto da vicedirettore, quindi sapeva che avrebbe messo la firma sotto quella di un direttore. E si consideri che la Rai ha un impegno: ridurre le direzioni, perché è un’azienda che ha un numero spropositato di direttori, vicedirettori, caporedattori, eccetera E poi sarebbe diventata condirettrice di un gentiluomo come Antonio Di Bella, che ha un super-curriculum. Mi meraviglio di quelli che hanno avanzato dubbi, come Bianca Berlinguer e Federica Sciarelli, che sono nate con lui e hanno lavorato con lui. Sarebbe il sogno di qualunque vicedirettore” – continua – “essere condirettore di un gentiluomo e di un grande giornalista come Di Bella. Massimo Giannini ha espresso perplessità? Evidentemente sa qualcosa in più di noi. Sarebbe il caso che anche lui facesse più trasparenza sulla vicenda. Chiedo, quindi, trasparenza sia da parte della Rai, sia soprattutto da parte della Gabanelli. Ricordiamo che se oggi gli italiani sanno cosa sia la trasparenza, lo devono alla Gabanelli”