“Ti stupriamo: lascia droga, racket e usura: sei avvisata”. Questa una delle minacce ricevute da una collaboratrice del “Quotidiano di Puglia”. L’ipotesi è che Alessandra Macchitella, 30 anni, fosse finita nel mirino della malavita per aver scritto alcuni articoli sull’istituzione di uno sportello antiracket a Taranto.

Pochi giorni dopo la pubblicazione avvenuta a marzo, nella sede della testata, era è stato recapitato un plico al cui interno vi erano pesanti minacce di morte ai referenti dello sportello Antiracket e di stupro alla redattrice dell’articolo se non avesse smesso di occuparsi di tali fenomeni criminosi. Le indagini della Digos hanno individuato però il responsabile in Michele Cagnazzo, 50 anni, residente a Taranto, noto per le sue campagne antiracket e antiusura. L’uomo si è da sempre presentato quale paladino di onestà e giustizia ma a tradirlo è stata proprio la sua eccessiva voglia di protagonismo.

La lettera, inviata il 7 marzo e giunta alla destinataria proprio il giorno della festa della donna, avrebbe generato un tale clamore mediatico da cui poter trarre vantaggi, visto che conteneva anche minacce contro se stesso riconducibili all’ attività di contrasto ai fenomeni criminali estorsivi quale responsabile dello sportello Antiracket. Dopo l’inchiesta il sostituto procuratore della Repubblica Enrico Bruschi ha potuto così formulare la richiesta di rinvio a giudizio.

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