L’uragano Irma si prospetta ancora più distruttivo del previsto per gli Usa. Secondo Bloomberg i danni complessivi potrebbero arrivare a quota 200 miliardi di dollari. E la stragrande maggioranza degli abitanti della Florida dovrà farsene carico da sola. Solo un terzo delle abitazioni nel sud del Sunshine State, zona ad alto rischio di inondazione, è infatti assicurato contro i danni causati dall’acqua.

Polizze in calo – Nelle quattro contee più a sud della Florida – Monroe, Miami-Dade, Broward e Collier – sono più di 1,3 milioni le case situate in aree ad alto rischio inondazione, stando ai dati del National Flood Insurance Program. Più di 861mila non hanno sottoscritto una polizza contro i danni da alluvione. La percentuale sale ulteriormente nelle zone che non sono classificate come a rischio, ma che sono comunque in pericolo. Secondo un’inchiesta dell’Associated Press, negli ultimi cinque anni le assicurazioni contro le alluvioni sono calate del 15%, stando ai dati dell’Ente federale per la gestione delle emergenze. Al momento in Florida si contano 1,7 milioni di polizze di questo tipo, che coprono un totale di 42 miliardi di asset.

Per chi è obbligatorio – Negli Usa assicurarsi contro le inondazioni è obbligatorio solo per chi abita in zone a rischio e, ad esempio, vuole richiedere un mutuo con garanzia federale. Per tutti gli altri non è necessario sottoscrivere una polizza. Ma nemmeno i primi rispettano le previsioni di legge: più di metà ha infatti smesso di pagare il premio richiesto. Le assicurazioni standard, invece, coprono solo i danni causati dai forti venti che accompagnano gli uragani, ma non quelli dovuti alle inondazioni. Ciò significa che chi si vedrà il tetto di casa propria spazzato via dalle raffiche causate da Irma potrà essere risarcito. Al contrario, le abitazioni danneggiate dall’acqua non rientreranno nella copertura.

L’uragano più costoso – Secondo Bloomberg i danni causati da Irma solo in Florida, dove dovrebbe abbattersi domenica 10 settembre, potrebbero superare i 135 miliardi, a cui andranno aggiunte le perdite economiche collaterali. Tutto ciò potrebbe far salire il costo del passaggio dell’uragano fino a 200 miliardi di dollari. Questo lo renderebbe l’uragano più distruttivo della storia americana se si guarda solo all’impatto economico. Le perdite causate da Katrina, che colpì colpì New Orleans nel 2005, furono di 160 miliardi di dollari. Circa 9 milioni di abitanti in Florida – su 20,6 milioni – potrebbero rimanere senza corrente elettrica e si stimano danni per 1,2 miliardi di dollari alle coltivazioni.

Harvey bis  Stesso copione dell’uragano Harvey, dunque, che ad agosto ha colpito il Texas e stando alle prime stime ha provocato danni per 40 miliardi di dollari. Solo il 17% dei proprietari di casa delle otto contee più colpite dal ciclone erano assicurati contro le inondazioni, spiega il Washington Post. Assicurazioni di questo tipo coprono fino a 250mila dollari di costi di ricostruzione e fino a 100mila per ripristinare oggetti personali andati distrutti, come mobili e televisori. Chi non è assicurato deve fare affidamento sulla solidarietà privata o su aiuti da parte del governo, che interviene principalmente attraverso l’Ente federale per la gestione delle emergenze il quale però può versare al massimo 33mila dollari a titolo di prestito. Soldi che, peraltro, non possono essere utilizzati per la ricostruzione ma solo per pagare una sistemazione temporanea e coprire danni a beni non assicurati.

Irma avanza. Il governatore: “Potenzialmente mortale”  Nel frattempo Irma sta proseguendo il suo percorso verso la Florida. Sabato il governatore Rick Scott l’ha definita “una situazione potenzialmente mortale, una tempesta a cui non si sopravvive”. In Florida sono state evacuate 5,6 milioni di persone, il 25% della popolazione. Intanto è stato dichiarato lo stato di emergenza anche in Virginia e in Alabama. Questa notte il ciclone ha raggiunto l’arcipelago di Camaguey, Cuba nord-centrale, con venti di 260 chilometri all’ora. Sull’isola è stato evacuato un milione di abitanti. L’intensità dell’uragano, però, è lievemente diminuita e il Centro nazionale uragani l’ha declassato a categoria 4.

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