Le misure proposte dagli Stati Uniti riguardano in particolare l'embargo petrolifero e la possibilità di fermare e perquisire navi nordcoreane sospettate di trasportare tecnologia-armi. Dubbi sul possibile veto da parte di Russia e Cina
Il Consiglio di sicurezza Onu, che lunedì si riunisce per discutere le nuove sanzioni contro la Corea del Nord proposte dagli Stati Uniti, si apre accompagnato dagli ennesimi insulti del governo di Pyongyang. “Gli Usa pagheranno il prezzo necessario e sperimenteranno i più grandi dolori e le peggiori sofferenze” se spingeranno per più pesanti sanzioni, è il monito del ministero degli Esteri nordcoreano rilanciato dalla Kcna, l’agenzia di stampa del regime.
Le nuove sanzioni proposte dagli Usa arrivano dopo l’ultimo test nucleare condotto da Pyongyang lo scorso 3 settembre, che ha causato due terremoti artificiali. L’esplosione è stata 5 volte più potente della bomba di Nagasaki. L’obiettivo di Washington ora è quello di soffocare l’economia nordcoreana per impedire che il leader Kim Yong-un prosegua la sua corsa allo sviluppo di missili e armi nucleari. Dal 2006, l’anno del primo test nucleare del Paese (a cui ne sono seguiti altri cinque), il Consiglio di sicurezza Onu ha votato all’unanimità otto risoluzioni con sanzioni sempre più dure.
Una delle misure in discussione riguarda l’export di petrolio verso la Corea del Nord, stimabile in circa 850mila tonnellate all’anno. La Cina stando agli ultimi dati noti è il primo esportatore, con 500mila tonnellate di greggio inviate ogni anno attraverso l’Oleodotto dell’Amicizia. La Russia ne esporterebbe 40mila tonnellate l’anno. Una seconda proposta è lo stop alla vendita del tessile nordcoreano all’estero, mercato che frutta al regime 752 milioni di dollari l’anno. Di nuovo, il primo acquirente è la Cina (per l’80%). L’esportazione di carbone e prodotti ittici era già stata bloccata con la risoluzione dello scorso 5 agosto. Oggi Washington chiederà all’Onu anche di autorizzare il fermo non consensuale e la successiva perquisizione di navi della Corea del Nord sospettate di trasportare tecnologia-armi. In passato Pyongyang aveva usato mercantili che battevano bandiere di altri paesi per aggirare l’ostacolo. In discussione ci sarà poi lo stop alla circolazione di lavoratori nordcoreani all’estero: ci sarebbero tra i 60 e i 100mila nordcoreani sparsi nel mondo, soprattutto in Cina e Russia, ma sono stati segnalati anche migliaia di operai impiegati nei lavori per i mondiali di calcio in Qatar. Infine, gli Usa proporranno il congelamento degli asset del leader Kim Jong-un e il divieto di viaggio.
La risoluzione sarà votata l’11 settembre al palazzo di vetro dell’Onu a New York. Per passare ha bisogno di nove voti favorevoli (i membri del consiglio sono 15) e di nessun veto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio, Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. Qui sta il punto: Cina e Russia spingono per sanzioni più moderate e quasi certamente voteranno contro la proposta di embargo petrolifero. Al Consiglio Onu, tra i membri non permanenti, siederà anche l’Italia, che presiede anche il Comitato di sanzioni. Pyongyang ha fatto sapere che “addomesticherà i gangster americani prendendo una serie di azioni più forti di quanto possano immaginare”.
Nel frattempo in Corea del Nord si continua a festeggiare. Oltre alle celebrazioni, lo scorso 9 settembre, per il 69esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare, ieri, 10 settembre, Kim Yong-un ha tenuto un banchetto a Pyongyang in onore degli scienziati coinvolti nei piani nucleari, definiti un “perfetto successo”. Nell’occasione, secondo l’agenzia di stampa Kcna, Kim ha chiesto “l’avanzamento delle ricerche scientifiche per rinforzare la deterrenza atomica di autodifesa”.