Formalmente per il ministero dell'Economia, si è trattato di un meeting “costruttivo” di cui però non viene rivelato alcun dettaglio. Si torna al tavolo il 27, quando le posizioni dell'Agcom su Mediaset-Vivendi saranno definite
Chi si attendeva una soluzione al caso Fincantieri-Stx resterà deluso. Il vertice romano fra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il suo omologo francese Bruno Le Maire si è concluso con un nulla di fatto. E la promessa di arrivare all’incontro bilaterale del 27 settembre a Lione con una proposta concreta. Formalmente per il ministero dell’Economia, si è trattato di un meeting “costruttivo” di cui però non viene rivelato alcun dettaglio. “Il nostro obiettivo comune: un accordo tra la Francia e l’Italia per il vertice del 27 settembre” puntualizza via Twitter Le Maire, lasciando indirettamente intendere che non c’è ancora una bozza di accordo fra Italia e Francia sull’acquisto dei cantieri di Saint-Nazaire da parte di Fincantieri.
Il quotidiano Le Monde aveva del resto già messo in chiaro le ragioni dietro alla visita romana di Le Maire: “Mantenere i contatti, proseguire il dialogo e soprattutto placare la tensione sul caso Stx” che i francesi hanno deciso di nazionalizzare piuttosto che cedere a Fincantieri come inizialmente promesso dall’ex presidente François Hollande. Da inizio agosto, i diversi attori tra Italia e Francia “sono restati molto prudenti e pochissime informazioni sono filtrate sulle trattative in corso”, si legge sul quotidiano dell’11 settembre in cui si definisce situazione “particolarmente delicata“. Tuttavia, secondo il giornale francese, da entrambe le parti, c’è il “desiderio” di arrivare ad un accordo. Parigi però continua a rifiutare l’idea di cedere il 51% di Stx a Fincantieri e insiste sull’ipotesi di un’intesa a tre che coinvolga anche le attività militari della francese Naval group. Una soluzione che, secondo Le Monde, è “un cantiere politico e industriale considerevole, impossibile da finalizzare in qualche settimana”. Soprattutto dopo che il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e il numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono, hanno manifestato il loro disappunto di fronte alla nazionalizzazione francese e si sono opposti a soluzioni intermedie in cui Fincantieri conti “meno dei coreani” come spiegò l’ad del gruppo cantieristico pubblico che fa capo alla Cassa Depositi e Prestiti.
Sullo sfondo c’è poi chi teme che l’intera faccenda Fincantieri-Stx sia diventata una questione fra Stati anche per effetto della partita a tre fra Vivendi-Mediaset e Telecom. Il gruppo francese controllato da Vincent Bollorè ha infatti in corso un braccio di ferro con il governo italiano sul tema del controllo di Telecom e degli investimenti in fibra dell’ex monopolista. Inoltre l’Agcom ha intimato a Vivendi la cessione della quota in Telecom (24%) o in Mediaset (29,9%) nel giro di un anno perché in contrasto con le norme anticoncentrazione del Testo unico delle comunicazioni (Tusmar). A Parigi c’è poi chi sostiene che non sarebbe un caso fortuito che Vivendi abbia presentato all’Agcom una nuova proposta di “pace” proprio nella giornata del vertice romano fra Padoan e Le Maire. Ma è presto per esprimere opinioni dal momento che il verdetto dei commissari non arriverà prima del 13 settembre.