Altro che Vlad III di Valacchia, dietro il mito dei vampiri ci sarebbe una malattia del sangue. Come si legge su Pnas (Accademia americana di scienze), che nell’ultimo numero ha pubblicato un articolo di alcuni ricercatori del Children’s hospital di Boston. Si chiama porfiria, o meglio porfirie, e sono un gruppo di rare malattie del sangue, per la maggior parte ereditarie. I cui sintomi combaciano con la leggenda che ha ispirato scrittori e non solo: forte anemia, insofferenza alla luce ed evidente pallore. Come si curava in passato? Facendo bere al paziente sangue di animali.
Sulla rivista, il gruppo di studiosi guidato da Barry Paw che ha identificato la variante genetica alla base della malattia, hanno individuato nella protoporfiria eritropoietica – la forma più comune nel gruppo di patologie rare – il seme della leggenda dei vampiri. La malattia, che ha ben 8 varianti, deriva dall’alterazione dell’attività di uno degli enzimi che sintetizzano il gruppo eme, cioè uno dei costituenti dell’emoglobina, la molecola che trasporta l’ossigeno nel sangue.
La variante che potrebbe aver dato vita al mito delle creature più gettonate nell’horror, si verifica nell’infanzia e, neanche a dirlo, rende le persone molto sensibili alla luce. Ai raggi solari la pelle reagisce con bolle e dolorose veschiche se non con lesioni della cute nelle zone più esposte alla luce, come viso, naso e orecchie. Il dottor Paw che ha coordinato l’equipe racconta che le persone affette da porfiria “sono cronicamente anemiche, quindi si sentono sempre stanche e appaiono molto pallide. Inoltre la loro “fotosensibilità – la sensibilità alla luce – non permette ai malati di “esporsi alla luce del giorno, neanche a quella che passa da una finestra”, commenta Paw. Chi ne soffre, infatti, per contenere i sintomi “deve quindi rimanere in ambienti chiusi e riceve trasfusioni di sangue”. Una caratteristica che combacia perfettamente con la leggenda. Ma ‘l’allergia’ alla luce non è l’unica coincidenza con il mito caro a Bram Stoker, il padre letterario di Dracula. In passato, si consigliava ai pazienti di uscire solo di notte e, in mancanza di trasfusioni, la soluzione per contrastare il malessere era bere sangue animale.