Salgono a nove le vittime del nubifragio che si è abbattuto su Livorno nella notte tra sabato e domenica. È stata rinvenuto martedì mattina il corpo dell’ultimo disperso che ancora mancava all’appello, dopo il ritrovamento – lunedì pomeriggio – di Martina Bachini, 34 anni, ritrovata in un giardino privato invaso di fango nella zona di Antignano, non distante dal rio Ardenza. Domenica il marito della donna era stato trovato e salvato nel torrente Ardenza, aggrappato a dei tronchi, a due chilometri dalla loro abitazione che si trova nel rione Collinaia.
Il cadavere recuperato martedì è quello di Gianfranco Tampucci, di 67 anni. L’uomo è stato rinvenuto nel fango, nella zona dei Tre Ponti, non lontano dalla sua abitazione in via D’Alò. Per cercare di trovarlo era stato potenziato il servizio di ricerca in mare, attivo già da domenica. La direzione marittima della Toscana, in stretto coordinamento con la struttura di emergenza della prefettura, aveva coordinato l’intervento dei mezzi navali di superficie e subacquei della guardia costiera e dei vigili del fuoco, compreso un elicottero della base aeromobili di Sarzana e il nucleo sommozzatori guardia costiera di Genova.
Il numero ufficiale delle vittime legate all’alluvione, per la verità, al momento è fermo a 8. La nona vittima, che alcuni collegano al nubifragio, in realtà è un uomo deceduto in un frontale non lontano da Livorno, ma l’incidente non è ancora stato collegato ufficialmente al maltempo. La procura di Livorno, già ieri, ha aperto un’inchiesta per disastro colposo per indagare su eventuali responsabilità.
“Siamo al lavoro senza sosta e non abbiamo tempo né voglia di andare avanti con le solite sterili polemiche. Con grande fatica e dolore la città sta cercando di rialzare la testa. La protezione civile, i vigili del fuoco, i tecnici di Asa ed Enel stanno facendo insieme ai volontari un lavoro straordinario e i risultati si vedono”, scrive invece su facebook il sindaco, Filippo Nogarin, che in questo modo prova a spegnere lo scontro da lui stesso accesso con la Protezione civile e la Regione Toscana. Il primo cittadino era entrato in polemica con gli due enti perché a Livorno era stato assegnato il “codice arancione” di allerta invece di quello “rosso”. Dal Comune confermano che oltre alla ricerca dei due dispersi la priorità resta quella di liberare le strade dal fango prima possibile, mentre sono 550 le utenze telefoniche ancora non funzionanti. Nel frattempo comincia il conto dei danni. Nel pomeriggio la giunta di governo della Regione Toscana stanzierà 3 milioni di euro. La Presidenza della Cei, d’intesa con il Vescovo Simone Giusti, ha stabilito immediatamente lo stanziamento di un milione di euro – denaro proveniente dai fondi dell’8xmille – per far fronte alla prima emergenza.
Proprio il presule, interviene che è laureato in architettura e a Livorno ha progettato la chiesta di Santa Lucia a Banditella. “La gente è spaventata – dice il monsignore – È stato un qualcosa di improvviso, di drammatico e doloroso. Le persone lamentano di non essere state avvertite abbastanza, c’è molta rabbia – continua monsignor Giusti – Forse sarebbe stata necessaria un’accortezza maggiore. Spetterà alla procura accertare quel che è avvenuto, ma bisogna appurare la verità. Può darsi che tutte le procedure d’allerta siano state rispettate, questo lo verificherà la magistratura, ma se così è stato allora forse bisogna sottoporle a revisione. E il problema riguarda prima di tutto gli interventi a monte, troppo spesso bloccati dalla burocrazia“.
Lunedì mattina in città era arrivato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al quale il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha chiesto poteri straordinari. “Credo siano necessari in questa fase di emergenza, ma anche in quella successiva. Se vogliamo che le opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio siano realizzate presto e bene, non possiamo intervenire con i lacci delle procedure ordinarie“. Tra gli interventi indispensabili alla messa in sicurezza dell’area livornese, il presidente Rossi ha indicato quelli sui quattro corsi d’acqua responsabili degli allagamenti, a partire dall’Ugione, poi il Rio Maggiore e il Rio Ardenza, oltre al Chioma. Su tutti questi, ha ricordato il presidente, erano stati effettuati di recente interventi di ripulitura da parte del Consorzio costa Toscana.