Un maxi parcheggio di nove (9) piani per 500 posti auto all’interno delle mura venete, dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel luglio scorso. Succede a Bergamo Alta. Nonostante 6mila firme raccolte da un comitato civico di cittadini, qualche giorno fa sono partiti i lavori.
Nel 2008, l’area di 70mila metri quadrati era stata interessata da una pericolosa frana. Dopo che il vuoto era stato riempito da materiale di riporto tossico e nocivo, si è aperta un’inchiesta della magistratura. In un sito geologicamente instabile, diventato una discarica abusiva, è in corso un braccio di ferro tra il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e un pezzo di popolazione bergamasca. Il borgo medioevale, collegato con la città anche da una spettacolare funicolare, è visitato ogni anno da migliaia di turisti che, secondo l’amministrazione, devono poterci arrivare direttamente con la loro automobile.
Già nel 2004 si avviò un progetto e gli atti amministrativi conseguenti, per un maxi-parcheggio. Oggi, spiega l’amministrazione, abbandonare il progetto comporterebbe una penale da pagare alla Bergamo Parcheggi spa, controllata dai privati di Parcheggi Italia (70%) e partecipata da Atb mobilità (30%), azienda di trasporti del Comune orobico. Penale che dovrebbe essere pagata da politici e funzionari comunali negligenti, che non avrebbero colto l’occasione di far decadere i termini del risarcimento per gravi inadempienze del concessionario. Penale di cui non si conosce l’entità, difficile quindi da valutare.
Fin qui una storia che ha dell’incredibile sotto il profilo ambientale e un percorso perlomeno “accidentato”, sotto quello burocratico/amministrativo. Nessuna città del nord Europa farebbe l’errore di portarsi in centro il traffico generato da un maxi parcheggio di quasi 500 posti. Assecondare prioritariamente le automobili invece di intervenire sulla mobilità sostenibile è lo stesso approccio che ha avuto durante il suo governo Roberto Maroni, con il quale il sindaco bergamasco competerà alle imminenti elezioni regionali.
Per Bergamo sarebbe un pessimo biglietto da visita con i giorni di festa sempre nel caos. Meglio sarebbe studiare un potenziamento tecnologico della bellissima funicolare, quello recente di Lugano potrebbe essere l’esempio, e potenziare una navetta bus stazione Fs-Città Alta. Il futuro della Lombardia, con il Pm 10 più alto d’Italia, deve essere con meno smog, meno auto e più mobilità sostenibile. Il maxi parcheggio sarebbe in contrasto con la lotta a questa emergenza. Bergamo centro dispone di oltre 1.500 parcheggi inutilizzati (dato del Comune), un grande serbatoio che consente di non avere problemi per raggiungere la città alta e non giustifica la nuova infrastruttura. Il Comune dovrebbe guardare allo sviluppo del trasporto pubblico, visto il pessimo risultato reso noto dall’istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore del 2016, per quanto riguarda gli spostamenti (modal-share) effettuati su mezzi motorizzati (automobili o motocicli).
La città orobica è tra le prime dieci città con la più bassa incidenza del trasporto pubblico, meno del 25%. Bergamo deve già convivere con gli effetti inquinanti di 220 voli al giorno del vicino aeroporto di Orio al Serio, dove quotidianamente vengono bruciate 70 tonnellate di cherosene sui tetti dei cittadini. Inoltre l’autostrada A4 Milano-Venezia (che tange la città) viene percorsa da oltre 120mila veicoli, altri 20mila sono quelli che raggiungono l’aerostazione e oltre 25mila quelli per l’Orio Center. Un volume di traffico che andrebbe ridotto e non aumentato e invece a questi volumi di traffico si aggiungerebbero quelli del via vai di automobili del parcheggio di via Fara e dei residenti. Si tratterebbe di un altro passo indietro.
La scelta sorprende anche dal punto di vista politico. In contrasto con l’immagine innovativa con cui il sindaco si era presentato ai bergamaschi. Le migliaia di firme, consegnate a Giorgio Gori, sono figlie di quella nuova politica “civica” cui egli si rifà, anche in vista della sua candidatura alla presidenza della Regione. Si procede senza motivare la necessità dell’infrastruttura, senza dialogo con il comitato civico, che ha raccolto le firme. Quasi in spregio dell’impegno civico profuso dal comitato, il primo cittadino si è trincerato dietro una possibile penale. Il 23 settembre i cittadini saranno in piazza contro il parcheggio per fermare lo sviluppo incontrollato dello scalo di Orio al Serio, diventato il terzo d’Italia, pur essendo assediato dalle case e per chiedere politiche urbanistiche partecipate.
Riceviamo e pubblichiamo la risposta del sindaco Giorgio Gori
Ho letto con interesse l’articolo dedicato dal blog del Fatto Quotidiano al parcheggio che verrà realizzato in via Fara, a Bergamo. Leggendolo, si ha l’impressione che sia frutto di una decisione avventata, in contrasto con il recente riconoscimento delle Mura veneziane come parte del patrimonio Unesco. Non è così. Il progetto del parcheggio risale al 2004 ed è accompagnato da un contratto impegnativo per il Comune. Uscirne, vista anche la colpevole inerzia dell’amministrazione precedente, avrebbe significato secondo la nostra avvocatura affrontare un contenzioso e, con ogni probabilità, dover risarcire la controparte per svariati milioni di euro.
Non si tratta affatto di un “ecomostro”, come parrebbe leggendo l’articolo del blog, bensì di una struttura totalmente interrata, praticamente invisibile alla conclusione dei lavori, che l’Unesco – puntualmente informata sulla previsione – non ha giudicato in alcun modo in contraddizione col prestigioso riconoscimento che ha voluto attribuire alle nostre Mura. Anzi, siamo convinti che possa contribuire alla tutela e alla valorizzazione di Città Alta. Il progetto che abbiamo varato – pur rispettando i vincoli del contratto iniziale – è infatti profondamente diverso dal punto di vista funzionale.
Il parcheggio di via Fara, collocato alla base del colle di Città Alta, diventerà l’unico luogo dedicato alla sosta dei visitatori, ponendo fine all’assalto cui è sottoposto ogni angolo del borgo storico. Tutti i posti auto lungo le Mura saranno di conseguenza lasciati ai residenti e questo ci consentirà di liberare dalle macchine – esattamente come auspicava Le Corbusier – alcune meravigliose piazze del borgo storico, oggi tristemente adibite a parcheggio.
Questo è il progetto, correttamente raccontato. Lo abbiamo approvato in Consiglio comunale a larga maggioranza, senza mai sottrarci al confronto con le associazioni dei cittadini. Rispettiamo pertanto le seimila firme che ci sono state consegnate qualche giorno fa (pur sapendo che nessuna di queste è certificata e che oltre la metà dei firmatari non abita a Bergamo), in molti casi raccolte intorno ad una suggestione – l’ “ecomostro di nove piani che deturperà Città Alta” – che nulla ha a vedere con la realtà. Ma riteniamo che la nostra scelta sia quella giusta, per tutelare gli interessi dei cittadini (i soldi del Comune sono soldi loro) e per realizzare quella rivoluzione della mobilità che ci permetterà di proteggere e di valorizzare la bellezza di Bergamo Alta.
Giorgio Gori
Sindaco di Bergamo