Ricomincia la scuola e per molti è l’inizio di un nuovo ciclo di studi. Il passaggio a una scuola di grado superiore comporta sempre un certo livello di stress e richiede un periodo di assestamento. Non a caso, per favorire l’inserimento dei nuovi studenti, molte scuole hanno attivato negli ultimi anni programmi di accoglienza: i nuovi arrivati vengono accolti da compagni più grandi che li coinvolgono in attività ludiche strutturate, spiegano le regole della scuola, le aspettative degli insegnanti, fanno conoscere gli ambienti della scuola.
L’inserimento al liceo è un evento potenzialmente critico, in un periodo della vita considerato ad alto rischio. Alle attivazioni per il cambiamento si aggiunge anche la messa alla prova della scelta di indirizzo di studi. Molti ragazzi nel corso della terza media non manifestano ancora predisposizioni e preferenze definite, e al momento dell’iscrizione alla scuola superiore fanno scelte più legate all’amicizia, alla pressione genitoriale o, a volte, anche semplicemente alla comodità di una scuola per la sua vicinanza a casa.
In questi casi, è importante che l’inizio del nuovo corso scolastico sia monitorato e che eventuali difficoltà di rendimento non siano interpretate semplicemente come una mancanza di impegno da parte dello studente, ma analizzate, tra le altre cose, anche in relazione al grado di affinità con gli studi scelti.
La compatibilità con l’indirizzo di studi è uno degli elementi che concorrono alla costruzione di un buon percorso scolastico; si possono manifestare tante criticità che allontanato lo studente dalla scuola più o meno saltuariamente, fino ad arrivare alla dispersione scolastica, tema molto attuale oggi.
Come cercare di prevenire questa eventualità?
Monitorare l’impatto con la scuola, sia come genitori che come insegnanti, può essere utile per rendersi conto se c’è un problema: costruire prima possibile una rete di relazioni, e una buona comunicazione tra famiglia e scuola rappresenta un importante fattore di prevenzione.
In generale, la dispersione scolastica non è mai improvvisa, ma preceduta da periodi abbastanza lunghi, anche di qualche anno, in cui lo studente mette in atto comportamenti assenteisti sempre più marcati, con le più diverse giustificazioni.
Spesso, i genitori sono informati delle assenze dei figli. E’ importante che abbiano consapevolezza della natura delle loro assenze: quanto sono legate a singole situazioni contingenti (il ragazzo non è preparato per un’interrogazione o per un compito, oppure non si sente bene) e quanto impreparazione e malesseri si ripetono troppo spesso nel tempo, con assenze quindi più frequenti, e sono invece segnali di un disagio più profondo?
E’ importante che i genitori siano osservatori a distanza, che monitorino il rapporto del ragazzo con la scuola sia come qualità delle relazioni che costruisce con gli insegnanti e con i compagni, che come qualità dell’approccio allo studio; che abbiano un’idea di quale sia il livello di autostima e il sentimento di capacità personale che muove il loro ragazzo.
Quello che può allontanare i ragazzi dalla scuola, è che si ritrovino in indirizzi di studi che non gli appartengono e per i quali si sentono inadeguati.
Meglio essere pronti ad intervenire anche con un cambiamento dell’indirizzo di studi, se necessario.