Il tribunale di Palermo ha sospeso le regionarie M5s in Sicilia, vinte da Giancarlo Cancelleri, dopo il ricorso dell’attivista escluso Mauro Giulivi. La giudice Claudia Spiga ha rinviato la causa al 18 settembre per l’integrazione del contraddittorio nei confronti dei 62 candidati votati alle primarie e in quell’occasione il provvedimento verrà confermato o revocato. I grillini si dicono tranquilli: “Nessun rischio caos”, garantiscono con un post sul blog specificando che si tratta di “una misura cautelare”. “Ciò non toglie che il Movimento 5 stelle parteciperà alle elezioni, come previsto, e lo farà seguendo le decisioni che verranno prese dal tribunale”. Giulivi era stato escluso dalla corsa per le amministrative a Palermo per non aver firmato in tempo una sorta di codice di comportamento. Quando pochi mesi dopo ha deciso di presentarsi alle regionarie, ha ricevuto una mail in cui si specificava che non era stato ammesso perché era in corso un procedimento disciplinare a suo carico. L’attivista, compagno della deputata nazionale Chiara Di Benedetto, è considerato vicino al parlamentare Riccarco Nuti sospeso dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulle firme false. E’ assistito dall’avvocato Lorenzo Borré, lo stesso che ha difeso la candidata genovese Marika Cassimatis dopo la sua esclusione dalle comunarie M5s.
La giudice non riconosce al momento il testo che il candidato avrebbe dovuto firmare come codice etico e scrive nel provvedimento: “Poiché non risulta (né è stato allegato) che detta adesione dovesse intervenire prima della candidatura proposta online, e al contrario risulta che nella precedente procedura per le comunarie detta adesione è stata richiesta solo all’esito delle primarie, e poiché il Giulivi è stato escluso da detta procedura, senza formalizzazione di alcun invito alla relativa sottoscrizione, deve escludersi la sussistenza della causa ostativa alla candidatura (mancata sottoscrizione del cosiddetto codice etico) prospettata dall’associazione resistente”. Secondo l’avvocato Borrè, “in questo momento Cancelleri non può presentarsi come candidato M5s alla presidenza della regione Sicilia”. E ha aggiunto: “Noi siamo molto soddisfatti. Il giudice ha individuato esattamente le irregolarità che hanno portato all’esclusione della candidatura di Giulivi, ovvero l’asserita pendenza di un procedimento disciplinare per un fatto che a nostro avviso non solo non costituisce illecito disciplinare, ma che non è neanche previsto dall’attuale statuto come causa di esclusione della candidatura”.
Il 14 luglio scorso Giulivi aveva dato la sua versione dei fatti con un post su Facebook. Secondo l’attivista, la sua esclusione dalla lista per le comunali era stata indotta convocandolo all’ultimo minuto per la firma del documento. “Sono stato escluso”, scriveva, “perché non mi ero potuto presentare a firmare il codice di comportamento dei candidati in quanto il preavviso di poche (due) ore -peraltro letto ad appuntamento scaduto – indicava un orario incompatibile con i miei impegni di lavoro”. Quindi la sua esclusione anche dalle successive regionarie: “Ancora più singolare è l’essere esclusi, dopo, dalle regionarie del M5s per non aver partecipato alle precedenti comunarie; sembrerebbe una burla, se non fosse vero”. Infine l’attacco al Movimento e le motivazioni per cui ha deciso di ricorrere alla giustizia: “Credo fortemente nella legalità, principio a cui il M5s si è sempre ispirato distinguendosi in passato dagli altri partiti. La mia è stata un’esclusione illegittima, l’ho segnalata per tempo al Movimento per le vie brevi ma con esito negativo e sono stato, quindi, costretto a rivolgermi alla giustizia. Spero così che si possa rimediare ad una vera e propria violazione del codice civile e dei miei diritti. Informo, per chi non mi conosce, che non ho alcuna intenzione di creare liste, partiti o di candidarmi con qualsiasi altra lista, pertanto ogni associazione con persone che hanno intrapreso un’altra strada è scorretta e strumentale e non mi riguarda”. Quindi la chiusa: “Attendo quindi che venga riconosciuta tale palese ingiustizia e che si ripetano le votazioni online, questa volta senza discriminazione alcuna, perché noi del M5s siamo diversi, siamo trasparenti e perché ‘uno vale uno'”.