Sono assoluzioni nel merito per l'ex ministro, la moglie Sandra Lonardo, l’ex consuocero Carlo Camilleri e gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte e Luigi Nocera. “Non costituiscono reato” per il presidente della IV sezione del Tribunale di Napoli Loredana Acierno i fatti e le accuse che nel lontano gennaio 2008 provocarono un terremoto politico
Tutti assolti, l’Udeur connection non esisteva. Sono assoluzioni nel merito per Clemente Mastella, la moglie Sandra Lonardo, l’ex consuocero Carlo Camilleri e gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte e Luigi Nocera. “Non costituiscono reato” per il presidente della IV sezione del Tribunale di Napoli Loredana Acierno i fatti e le accuse che nel lontano gennaio 2008 provocarono un terremoto politico, le dimissioni di Mastella da ministro di Giustizia, la successiva sfiducia al governo Prodi, le elezioni anticipate vinte da Berlusconi. Per Mastella, difeso dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Fabio Carbonelli, svanisce anche il rischio della sospensione dalla carica di sindaco di Benevento, che sarebbe scattata in caso di condanna in primo grado come conseguenza della legge Severino. Il pm aveva chiesto per lui 2 anni e 8 mesi per induzione indebita, riformulando una originaria accusa di concussione.
Il Tribunale ha invece riqualificato come ‘abuso d’ufficio’ la presunta concussione ai danni di Antonio Bassolino, all’epoca presidente della Campania, ed ha assolto Mastella, Camilleri e gli ex assessori campani perché “il fatto non costituisce reato”. Secondo la Procura, Mastella e i suoi fedelissimi avevano ‘estorto’ a Bassolino la nomina di Luigi Abate a commissario dell’Area sviluppo industriale di Benevento minacciando altrimenti una crisi politica e il ritiro dei due assessori dalla giunta regionale. Il Tribunale l’ha pensata diversamente, non riscontrando reati. Ed ha assolto nel merito anche la signora Sandra Lonardo, all’epoca presidente del consiglio regionale della Campania, messa ai domiciliari e trascinata alla sbarra insieme a Mastella, all’ex consulente giuridico Felice Casucci e ad altri ex assessori e consiglieri regionali del Campanile per un’altra accusa: una tentata concussione ai danni del manager dell’ospedale di Caserta Luigi Annunziata provata – secondo i pm – dall’ormai celeberrima intercettazione della signora ascoltata dire al telefono “per me (Annunziata, ndr) è un uomo morto”. Telefonata riferita al direttore dell’ospedale che secondo l’accusa andava colpito in qualche modo – anche attraverso interrogazioni e minacce di rimozione dall’incarico – perché non cedeva ai presunti diktat dei vertici dell’Udeur su alcune nomine interne. Per questo capo d’imputazione il pm Ida Frongillo aveva chiesto la prescrizione per tutti gli imputati, ma alla luce delle risultanze processuali i giudici hanno accolto le tesi dei difensori – avvocati Carmen Esposito, Angelo Leone Arturo Cola, Lucio Maiorano, Alessia Duraccio, Andrea De Longis, Carlo De Stavola – ed hanno sentenziato per un’assoluzione piena, “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Assolto infine Mastella “perché il fatto non sussiste” anche in relazione a un’accusa di concussione a un sindaco del Sannio per la nomina di un assessore. “Ci sono voluti dieci anni per avere una sentenza” commenta Nocera, in aula al momento del verdetto. Mastella non c’era, ha aspettato la telefonata dei suoi avvocati mentre era al lavoro al Comune di Benevento.