Camorra

Napoli, parrucchiere che denunciò le estorsioni mafiose costretto a chiudere: “Siamo completamente soli”

Nel 2015 il commerciante partenopeo aveva detto no agli estorsori, e da allora vive sotto scorta. Ma è stato punito dalla Camorra: nel suo locale, "Pianeta Donna", non entra più nessuno. Adesso punta il dito contro le istituzioni. De Magistris: "Critiche immotivate e ingiuste"

Aveva denunciato il pizzo nel 2015, e per questo è stato punito dalla Camorra: nessuna cliente si è più seduta sulle sue poltroncine per farsi la messa in piega. Così Salvatore Castelluccio, un parrucchiere di Napoli, ha deciso di abbassare la saracinesca per sempre. Non ce la fa più a mandare avanti la sua attività “Pianeta Donna”, in piazza Ecce Homo, nel centro storico della città partenopea.

Parrucchiere Antiraket“, così si definisce sulla sua pagina Facebook. E sullo stesso social il 25 luglio ha annunciato: “Ora vado via”. In un video, mostrando il suo locale vuoto si è sfogato: “Ecco quello che succede a chi denuncia”. Castelluccio due anni fa si era ribellato agli estorsori che pretendevano il pizzo e da allora vive sotto scorta. La camorra, però, avrebbe dato l’ordine al quartiere di non andare più da lui. E così è stato: le signore del quartiere per paura hanno “boicottato” le forbici di Sasà. E dopo due anni, Castelluccio è costretto a chiudere e andare via. Forse a Sorrento. Oltre al danno la beffa. Perché, come Salvatore spiega a Il Mattino, il parrucchiere sarà “costretto a rivolgermi alla camorra, o meglio all’usura. Le banche mi hanno chiuso i rubinetti da tempo, perché sono stato protestato”. E ancora: “Come potevo pagare i debiti se incassavo e continuo a incassare solo venti euro al giorno? Pago un affitto alto”. “Il Comune potrebbe darmi qualcuno dei suoi locali vuoti”, si è lamentato.

Siamo completamente soli” lo sfogo nel video Facebook. Salvatore ha criticato le istituzioni, denunciando di essere stato abbandonato dopo una serie di “passerelle”.  A cominciare dal Comune e dal sindaco Luigi de Magistris. Il parrucchiere napoletano confida al quotidiano napoletano che il primo cittadino “è venuto tre volte durante la campagna elettorale e poi non s’è visto più”. Ma non è l’unico: “Anche dalla Regione hanno detto di volermi aiutare, ma dopo il primo clamore, solo silenzio”. E non risparmia nemmeno le associazioni antiracket che “non si sono più interessate”, dopo un iniziale sostegno.

Risponde de Magistris che rimanda le critiche al mittente: sono “immotivate e ingenerose”. “Il parrucchiere avrà sempre la mia vicinanza –  ha detto alla stampa il sindaco –  anche quando esprime critiche che sono immotivate e ingiuste, almeno nei confronti di Napoli”. Il primo cittadino partenopeo ha spiegato che la vicinanza mostrata dall’amministrazione, “per quello che può fare il Comune”, è stata forte. “Solo io sono stato tre volte in quell’esercizio commerciale” ma anche “tante persone del Comune e amici sono andati a tagliarsi i capelli da lui. L’assessore Alessandra Clemente l’ha seguito più volte anche con i suoi collaboratori. Ci abbiamo lavorato anche con Ciro Corona e Resistenza Anticamorra“. Il sindaco non ci sta ad incassare le accuse e ha spiegato che al parrucchiere “abbiamo addirittura dato delle soluzioni, delle cose che l’amministrazione avrebbe voluto fare”.  “La storia è un po’ diversa da quella che appare ma io mi fermo qua, perché comunque apprezzo chi denuncia gli estorsori”, ha concluso il sindaco.

Ma Salvatore non è l’unico a dire addio alla sua attività. Poco più di un mese fa anche il salumiere Ciro Scarciello ha chiuso i battenti dopo 40 anni di attività alla Maddalena, zona a ridosso della Stazione Centrale di Napoli. Lui in tv aveva denunciato la situazione nel quartiere all’indomani di una sparatoria in cui rimase ferita una bambina di 10 anni. Coraggio che non è piaciuto alla malavita napoletana che gli ha riservato intimidazioni e minacce, fino a costringerlo alla chiusura del locale.