di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro (Fonte: lavoce.info)
La funzione economica dei notai
La figura del notaio ha storicamente svolto un ruolo di rilievo nel garantire la certezza di alcune transazioni, in particolare di quelle relative al trasferimento della proprietà di beni. Di conseguenza, quella notarile è una professione altamente regolamentata sebbene, nel corso degli anni, diversi stati dell’Unione europea abbiano introdotto riforme per ridurne il ruolo e le prerogative. In Italia, per esempio, dal 2006 la notarizzazione non è più necessaria per i passaggi di proprietà degli autoveicoli, mentre non hanno avuto seguito altre proposte più recenti, relative al trasferimento di immobili di modesto valore, alla costituzione di srl semplificate e alla sottoscrizione digitale di alcuni atti.
In altri casi, anziché restringere il perimetro degli atti riservati ai notai, per limitarne la rendita, si è preferito introdurre l’obbligo di effettuare alcune operazioni al di sotto dei propri costi o addirittura gratuitamente: ne è un esempio la costituzione di srl semplificate, cioè società a responsabilità limitata dotate di uno statuto standardizzato e con capitale sociale inferiore a 10mila euro.
In un recente lavoro, affrontiamo il tema della funzione economica del notaio, concentrandoci proprio su tale obbligo. In particolare, la teoria economica suggerisce che un individuo a cui viene imposta una riduzione del proprio salario (come nel caso in questione) dovrebbe verosimilmente ridurre la propria offerta di lavoro. D’altra parte, in un’ottica weberiana, la qualifica di pubblici ufficiali, intesa come “vocazione”, dovrebbe stabilizzarla. Il particolare assetto ci fornisce l’occasione per riflettere sul ruolo dei notai.
L’esperimento
A febbraio 2016 abbiamo scaricato l’elenco dei notai di Roma (circa l’8 per cento del totale nazionale). I nominativi, in ordine alfabetico per cognome, sono stati assegnati a due gruppi sulla base di una semplice regola: i numeri pari al gruppo di trattamento, quelli dispari al gruppo di controllo. Poiché l’ordine alfabetico produce effetti analoghi a un’estrazione casuale, abbiamo potuto costituire due insiemi di professionisti del tutto comparabili fra loro. Mutuando l’idea delle cosiddette “mystery calls”, a ciascuno degli individui dei due gruppi è stata inviata un’email, da mittenti fittizi e indirizzi creati per l’occasione, chiedendo sia la disponibilità per un appuntamento sia un preventivo.
Le due email differivano solo per un elemento: nel caso del gruppo di trattamento, il riferimento alla costituzione di una società a responsabilità limitata semplificata; nel caso del gruppo di controllo, a una srl ordinaria. Non si riscontrano particolari differenze fra i due gruppi, confermando il successo del meccanismo di assegnazione casuale.
I risultati
I tassi di risposta dei due gruppi sono significativamente diversi da un punto di vista statistico. Per il gruppo di trattamento, il tasso è stato del 15 per cento inferiore a quello del gruppo di controllo, mentre quello medio è stato del 30 per cento (tavola 1). Anche la velocità di risposta, definita come la percentuale di quelle pervenute entro 48 ore, è superiore nel campione di controllo di quasi 6 punti percentuali, coerentemente con la teoria economica standard: la gratuità della prestazione imposta dalla legge comporta una riduzione dell’offerta di lavoro e quindi un minore tasso di risposta nel gruppo trattamento.
Tavola 1 – Stima tasso di risposta
Quanto al rispetto della gratuità della prestazione professionale in sede di costituzione delle srl semplificate, occorre osservare che il neo imprenditore deve rifondere il notaio di una serie di oneri amministrativi aggiuntivi rispetto a quelli notarili in senso stretto. C’è però una disparità di informazioni tra il professionista che svolge costantemente la sua attività e l’imprenditore che affronta la procedura poche volte nella sua vita lavorativa e ciò può dare adito a comportamenti opportunistici. Nel nostro caso, possiamo vedere se i notai hanno richiesto una indebita parcella calcolando la differenza tra il preventivo inviato e i costi amministrativi e fiscali dovuti. La differenza è risultata positiva e pari a 193 euro, con meno del 30 per cento dei notai che ha effettivamente indicato un preventivo pari agli oneri burocratici (e dunque si è detto disponibile a costituire gratuitamente la srl semplificata, come previsto dalla legge). Di converso, più del 70 per cento dei notai del gruppo di trattamento che ha fornito un preventivo ha richiesto la remunerazione di oneri vietati.
Il diverso tasso di risposta – circa il doppio nel caso di una srl ordinaria – suggerisce che i notai rispondano fortemente all’incentivo economico (percepire un onorario), dando più rilevanza alle richieste che possono generare un reddito rispetto al mero espletamento di un obbligo che non prevede alcun compenso (e che determina peraltro alcuni costi).
In secondo luogo, è stato possibile stimare l’entità della parcella notarile che, come atteso, è: 1) positiva per ambedue i casi (laddove la legge la prevede uguale a zero per le srl semplificate); 2) significativamente superiore nel caso delle srl ordinarie.
La conclusione è che il rispetto dell’obbligo a offrire prestazioni gratuite appare difficile da garantire e rischia di generare distorsioni nel comportamento dei notai. Di conseguenza, la politica dell’obbligo appare produrre benefici limitati: sarebbe preferibile rivedere l’area di esclusiva, limitandola alle funzioni per le quali sia dimostrabile l’esistenza di un beneficio sociale, lasciando per il resto che sia la competizione, anche con altri professionisti, a impedire che i notai si avvantaggino di rendite.