Dopo la Sicilia, il centrodestra torna unito anche nel municipio romano di Ostia, territorio che il 5 novembre 2017 andrà al voto dopo oltre 2 anni di commissariamento governativo per infiltrazioni mafiose. Un “laboratorio politico regionale e nazionale” dove tuttavia già emergono le prime crepe sul programma e sulle candidature tra le tre principali anime della (ri)costruenda coalizione: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Con Salvini. “La risposta è sì, il centrodestra andrà unito”, ha annunciato il coordinatore romano di Forza Italia, Davide Bordoni, durante un talk organizzato dall’agenzia di comunicazione Sartoria Politica. Affermazione confermata dagli altri due leader locali intervenuti, Fabrizio Ghera per Fdi e Enrico Cavallari per Ncs (tutti e tre furono assessori capitolini durante la Giunta Alemanno). Con il Pd che per ora appare partire svantaggio – il municipio fu commissariato dopo l’arresto del minisindaco Andrea Tassone, condannato in primo grado a 5 anni nell’ambito del processo sul Mondo di Mezzo – la sfida sembra essere proprio fra il centrodestra e il M5S, che in questo territorio poco di un anno fa spinse Virginia Raggi verso il Campidoglio con oltre il 50% dei consensi.

LA “REPUTAZIONE” DI OSTIA E LE SPINTE AUTONOMISTE – Il decreto governativo di commissariamento del municipio lidense, arrivato nel 2015, ha contribuito a una narrazione di malaffare e infiltrazioni criminali che da tempo i residenti di Ostia provano a rigettare, sebbene le inchieste giudiziarie confermino la presenza del fenomeno mafioso. Questo sentimento di rivalsa ha dato vita a una spinta autonomista che ora viene cavalcata fortemente dai leghisti di Noi Con Salvini. “Ostia deve diventare Comune autonomo – ha detto durante l’incontro il coordinatore provinciale William De Vecchis – è una battaglia che dovremmo sposare. Fiumicino, dopo il 1992, è letteralmente rinata”. Posizione accolta con freddezza dai nuovi alleati, con Bordoni che ha chiesto di “valutare questa eventualità dopo le elezioni” e addirittura Maurizio Politi (Fdi) che ha dichiarato di “non ritenere utile l’autonomia per Ostia”. Una posizione non banale su cui nel centrodestra si annunciano tensioni.

DUE DONNE PER UNA POLTRONA: IPOTESI TICKET? – Ma chi sarà il candidato? “Prima facciamo il programma, poi si vedrà”, ha sentenziato ancora Bordoni. In corsa ci sono due donne: Monica Picca per Fratelli d’Italia e Maria Cristina Masi per Forza Italia. Al di là del dualismo locale, sarà utile capire chi vincerà il braccio di ferro anche per capire ciò che succederà in vista delle regionali di marzo e, successivamente, verso le elezioni politiche: da una parte la corrente del presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, dall’altra il partito di Giorgia Meloni e Fabio Rampelli, che è già riuscito a spuntarla in Sicilia e che a Roma si aspetta un “risarcimento” da parte dei forzisti per il mancato sostegno alla leader nella corsa a sindaco. L’ipotesi, proprio come accaduto sull’Isola, è che ci sia un ticket. La donna da battere, in questo caso, è la pentastellata Giuliana Di Pillo, attuale delegata capitolina al Litorale, il cui compenso da 40mila euro annui è già finito nel calderone delle polemiche. Soprattutto, quella del Litorale è considerata la prima prova di midterm per la sindaca Virginia Raggi, a più di un anno dalla sua elezione. Anche perché gli ostiensi – che hanno votato in massa per il movimento di Grillo e Casaleggio – si aspettavano e si aspettano ancora molto da questa amministrazione capitolina.

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