L'indagine svolta dalla Guardia di finanza, coordinata dal pm Gaetano Di Bari, era partita nel 2013 e avrebbe accertato l'illegittimità delle proroghe del servizio di trasporto dei pazienti nefropatici ai centri di dialisi. Ma dopo la chiusura nel 2015, alcuni dei 9 indagati hanno ricevuto la notifica solo negli scorsi giorni
Secondo l’accusa, in nove tra direttori generali e sanitari, oltre a dirigenti amministrativi, avrebbero compiuto abusi fino al 2011 prorogando illegittimamente per quattro anni alcuni servizi di trasporto senza espletare le gara, come previsto dal Codice degli appalti e dal Codice dei contratti.
Ma adesso molte di quelle accuse rischiano di cadere in prescrizione perché ci sono voluti più di due anni per notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai nove sotto inchiesta, tutti ex dirigenti della Asl di Bari. Sono accusati di abuso di ufficio ma una parte degli episodi, risalenti al periodo compreso tra il 2008 e il 2011, sono ormai prescritti.
L’indagine svolta dalla Guardia di finanza, coordinata dal pm Gaetano Di Bari, era partita nel 2013 e avrebbe accertato l’illegittimità delle proroghe del servizio di trasporto dei pazienti nefropatici ai centri di dialisi. Per questo sotto accusa erano finiti, oltre a ‘Lady Asl’ Lea Cosentino, già coinvolta e assolta in altre indagini, anche l’ex direttore generale Nicola Pansini, i direttori amministrativi Francesco Lippolis e Massimo Mancini, oltre ai direttori sanitari Rosa Porfido e Vito Colacicco e agli ex dirigenti Giovanni Molinari e Rachele Popolizio e l’ex commissario straordinario Angelo Colasanto. Ma non a tutti l’avviso di chiusura indagini, risalente al 2015, è stato notificato in breve tempo.