La normalità del gesto (secondo alcuni tardivo, ma meglio tardi che mai) rappresenta un nuovo modo, dalle nostre parti, per affrontare la questione e demolire il tabù più grande: in questo Paese i malati di "figa" sono simili a eroi, esempi fulgidi di virilità italica. È un retaggio maschilista che resiste e insiste nel tessuto sociale italiano
Il coming out dei volti noti, dei famosi, dei vip o comunque vogliate chiamarli, è di fondamentale importanza per la comunità LGBT, soprattutto in un Paese come l’Italia che deve ancora fare i conti con sacche nemmeno tanto nascoste di inconcepibile omofobia. Ben venga, dunque, quello di Guglielmo Scilla in arte Willwoosh, già youtuber di enorme successo, poi attore con fortune decisamente diverse e da stasera tra i concorrenti della nuova edizione di Pechino Express.
Scilla ha scelto YouTube, ovviamente, per far sapere ai suoi tanti fan che tra le dieci cose che gli piacciono di più c’è, e citiamo testualmente, “il cazzo”. Tra le dieci meno amate, invece, la sempiterna “figa”. Mai, e andiamo a memoria, in Italia si era visto un coming out così naturale, rilassato, divertente e sincero. A Guglielmo Scilla piace il cazzo: esisteva forse un modo più onesto per dirlo? No, non esisteva. E la normalità del gesto (secondo alcuni tardivo, ma meglio tardi che mai) rappresenta un nuovo modo, dalle nostre parti, per affrontare la questione e demolire il tabù più grande: in questo Paese i malati di “figa” sono simili a eroi, esempi fulgidi di virilità italica. È un retaggio maschilista che resiste e insiste nel tessuto sociale italiano.
Ma mettiamo che un maschio gay entri in un bar di un paesello qualunque e cominci a esaltare le virtù dell’organo genitale maschile, quello che uno Scilla ispirato e sincero ha chiamato didascalicamente “cazzo”. Cosa succederebbe? Il branco eterosessuale e maschilista accetterebbe di buon grado? In alcuni casi sì, probabilmente. In molti altri, temiamo la maggioranza, assolutamente no. Ecco, con il suo video di un minuto, Guglielmo Scilla è andato oltre (in senso positivo) quelle che probabilmente erano le sue intenzioni, cioè trovare un modo naturale e divertente per dirlo: ha detto con nonchalance che il re è nudo, che l’unica cosa che differenzia un maschio gay da uno etero è, appunto, la predilezione per il cazzo. E la nota triste delle incomprensibili polemiche viste sui social nei confronti di Scilla è che vengono spesso da chi non ha il coraggio di ammettere, a se stesso e agli altri, che tra le cose che gli piacciono di più, accanto al rumore della pioggia e al sushi, c’è il cazzo.