La Chikungunya continua a diffondersi nella provincia di Roma. Nella giornata di giovedì sono saliti a 27 i casi accertati nel Lazio, 10 in più rispetto a mercoledì. I nuovi casi sono tutti riferibili a persone “residenti o che riportano un soggiorno” ad Anzio, sul litorale a circa 60 chilometri a sud della Capitale, mentre il numero dei “romani” che si sono ammalati è fermo a sei. La propagazione del virus, che avviene attraverso la puntura di zanzare anofele infette – i cui effetti sull’uomo non sono mortali, ma prevedono comunque febbre molto alta e una lunga scia di dolori articolari – ha già portato allo stop alle donazioni di sangue per circa 1,2 milioni di residenti a Roma (sui 2,8 milioni totali), creando i presupposti per una “maxi-emergenza”, per il momento scongiurata grazie all’arrivo straordinario di quasi 900 sacche di sangue da ben dieci regioni. “La gara di solidarietà – ha affermato il direttore del Centro Nazionale Sangue Giancarlo Liumbruno – necessaria a garantire le trasfusioni ai pazienti del Lazio, è già scattata grazie alla collaborazione di tutte le Regioni e delle associazioni di volontariato”.

L’APPELLO DELLA CRI: CHI PUO’ VENGA A DONARE
Sebbene, secondo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, “grazie all’aiuto arrivato dall’esterno abbiamo evitato l’emergenza”, il sangue a Roma serve, in quanto lo stop alle donazioni durerà almeno 28 giorni. “Invito chi può a contattare la struttura trasfusionale più vicina e programmare quanto prima una donazione di sangue o plasma, secondo le indicazioni che saranno fornite”, afferma Colum Donnelly, delegato nazionale della Croce Rossa Italiana per la donazione di sangue, poiché “sono tantissimi i pazienti che, necessitando di trasfusioni per interventi chirurgici oppure quale terapia per malattie come la talassemia, dipendono direttamente dalle scorte delle strutture trasfusionali e non possiamo consentire che le conseguenze di questa situazione mettano in pericolo la loro salute”. Il problema, tra l’altro non riguarda solo Roma e dintorni. Come spiega Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia per la sanità del Lazio i donatori che hanno soggiornato nei comuni interessati saranno sospesi per 28 giorni”, colpendo dunque tutti coloro che abbiano risieduto o viaggiato a Roma nell’ultimo periodo. Il tutto mentre arriva la notizia di un caso registrato anche a Casinalbo, in provincia di Modena. D’Amato ha anche rassicurato sul fatto che “le misure prese sono tali da non prevedere un allargamento ad altre Asl del blocco delle donazioni di sangue”, scongiurando dunque di coinvolgere anche l’altra metà della città.

ANCORA POLEMICHE SUL CAMPIDOGLIO
Sebbene 21 dei 27 casi fin qui accertati siano riferibili al comune di Anzio – che ha applicato per tempo e alla lettera tutte le procedure per la disinfestazione urgente – sono proseguite le polemiche nei confronti della Giunta capitolina e, in particolare, della sindaca Virginia Raggi, che ha emanato l’ordinanza ad hoc solo nel pomeriggio di mercoledì, rispetto all’allarme della Asl lanciato venerdì all’ora di pranzo. “In pratica – ha attaccato il capogruppo capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni – dall’emergenza Chikungunya siamo passati all’emergenza trasfusioni, tutto per colpa di un’amministrazione superficiale e incompetente”. Parole dure respinte al mittente dal Campidoglio: “Le operazioni di disinfestazione sono iniziate ad aprile”, ripetono dall’assessorato all’Ambiente. In effetti, come fa notare il consigliere del Pd, Marco Palumbo “c’è l’ordinanza ma non ci sono le indicazioni tecniche e le zone dove verranno effettuate le operazioni. Sul punto, dalla Regione prova a mettere “pace” ancora D’Amato: “Abbiamo letto con favore l’ordinanza – ha spiegato – ora chiederemo loro (al Campidoglio, ndr) un incontro per valutare le zone e capire se le iniziative messe in campo stanno funzionando, che e’ la cosa che ci interessa di più”.

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