VELENO di Diego Olivares. Con Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Salvatore Esposito. Italia, 2017. Durata 103’ Voto: 2,5/5 (DT)
Cosimo, allevatore di bufale nel casertano, si ritrova stalle e animali distrutti dal fuoco della camorra che su quel terreno vuole ampliare una discarica abusiva di rifiuti tossici. L’avvocato Rino Caradonna, faccia “pulita” dei clan, benefattore del calcio locale, ma nella vita totalmente succube dello zio Donato, è il referente per trattare la cessione dell’area agricola. E mentre Cosimo non molla, suo fratello non vede l’ora di vendere. Quando il protagonista si ammalerà di tumore, sarà la moglie Rosaria a non cedere ai soprusi della criminalità. Interessante descrizione antropologica di un microcosmo sociale nella prima parte con tracce evocative alla Gomorra movie, poi una seconda parte più classica incentrata sul dramma della morte del protagonista, Veleno è un film che affronta il genere di denuncia senza spiattellare sintesi retoriche e divagando (forse un po’ perdendosi) in almeno due sottotesti alla fine paralleli della resistenza popolare mai sbracata alla malavita di Cosimo e Rosaria, e della sottomissione di Rino allo zio e alla sovrastruttura camorristica che non può che esplodere. Sullo sfondo rimane l’alone metaforico di un veleno che inquina terra e uomini non lasciando vie di fuga se non in un “padre nostro”. Salvatore Esposito ha classe da vendere.