Sono di nuovo a parlare di malasanità intesa come utilizzo della professione medica per interesse privato.
Non sono lontani dalla nostra mente il caso della clinica Santa Rita di Milano con la condanna definitiva del primario Brega Massone per “la fame di compensi e rimborsi regionali alla base di interventi chirurgici indebiti”. Non è lontano l’arresto per tangenti di un noto ortopedico di Milano, di cui ovviamente rimaniamo in attesa di una pronuncia definitiva degli inquirenti. La lista purtroppo è molto più lunga…
Sembrerebbe che questa nuova sanità, di formigoniana memoria, che pone il guadagno e non la salute come perno fondante, stia dilagando. La sanità privata ed il concetto di azienda, non di ospedale, senza controlli a campione sui pazienti, come propongo da anni, non può che periodicamente ripresentare i suoi difetti: secondo me solo la percezione del controllo riduce il rischio di abuso.
Così anche oggi siamo di fronte ad un’altra vergogna nella regione italiana che millanta la migliore sanità europea: 21 misure cautelari a Monza per i reati di associazione per delinquere, corruzione e falso in atto pubblico per la fornitura di protesi ortopediche. Sembra “strano”, agli inquirenti che indagano, una percentuale pari al 24,5% di pazienti fuori regione operati. Un numero abnorme. Come un numero abnorme mi è sembrato il dato di cataratte eseguite in un’altra struttura accreditata, la San Pio X di Milano, da definirla “la cataratta in autobus“! Ma nessuno indagò e sembrerebbe che l’autobus si sia solo spostato a Castellanza senza che nessuno faccia nulla. Avranno tutti la cataratta? Utilizzeranno protesi “scadenti” come quelle usate dagli ortopedici di Monza?
Ancora una volta mi vergogno di fare il medico ma continuerò a lottare per vedere la luce in fondo al tunnel e non dover scrivere da anni le stesse cose. Attendo che qualcuno mi ascolti per risolvere politicamente il problema. Sono dalla parte del cittadino.