Cronaca

Reggio Calabria, sindaco Falcomatà e assessori indagati per abuso d’ufficio

L'intera giunta - ad eccezione di due assessori - è indagata per la vicenda dell'Hotel Miramare, affidato nel 2015 all'imprenditore Paolo Zagarella. Nel 2014 proprio Zagarella aveva fornito all'esponente Pd i locali per la segreteria durante la campagna elettorale

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà (Pd) e molti dei suoi assessori comunali sono indagati per abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta, riporta il giornale locale Quotidiano del Sud, c’è l’affidamento del Grand Hotel Miramare all’imprenditore Paolo Zagarella che, durante la campagna elettorale del 2014, aveva concesso i suoi locali per la segreteria di Falcomatà.

L’esponente del Partito democratico è stato sentito già un paio di volte dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto Walter Ignazitto che stanno cercando di ricostruire i passaggi con cui la giunta comunale ha affidato per un periodo la gestione del prestigioso immobile in stile liberty all’associazione “Il Sottoscala” guidata appunto da Zagarella.

Ieri sono stati sentiti alcuni componenti della giunta comunale che sarebbero tutti indagati per abuso d’ufficio. Tutti ad eccezione di due ex assessori: Mattia Neto e Angela Marcianò.

Quest’ultima, componente della segreteria nazionale del Pd e recentemente defenestrata da Falcomatà, aveva contestato in giunta la delibera dell’estate 2015 riguardante l’hotel Miramare, inviando alla segreteria generale del Comune le sue rimostranze sul percorso amministrativo del provvedimento in favore dell’associazione.

Su quella delibera, all’epoca, fu presentata anche una denuncia di Enzo Vacalebre di Alleanza Calabrese. Seguirono numerose polemiche mentre i carabinieri, su disposizione della Procura, avviarono un’indagine che, nei giorni scorsi, ha portato alla notifica di altri avvisi di comparizione. Nel fascicolo dell’inchiesta è finita anche la lunga lettera scritta dall’ex assessore Angela Marcianò dopo essere stata cacciata.

“Penso – scrisse – alla vergognosa vicenda dell’hotel Miramare affidato all’amico del sindaco senza nessuna procedura di manifestazione di interesse e con l’autorizzazione ad eseguire lavori senza autorizzazione da parte della Soprintendenza, che è obbligatoria nel caso di immobile di pregio storico ed architettonico”. Frase supportata dalle mail che la Marcianò inviò alla segreteria generale del Comune e che i carabinieri hanno acquisito nelle settimane scorse a Palazzo San Giorgio.

“È importante – ha dichiarato stamattina all’Ansa Falcomatà – che su una materia complessa e delicata come quella della pubblica amministrazione si facciano tutti gli approfondimenti del caso, ed è giusto che la magistratura approfondisca. Noi, naturalmente, come giunta siamo stati subito disponibili, si tratta di una situazione consequenziale a una denuncia e seguiremo l’evolversi della situazione. Per ora continuiamo a lavorare per i cittadini, come sempre”.