Secondo la componente dalla giunta meneghina Carmela Rozza "per ragioni di umana pietà" il 2 novembre va reso omaggio a tutti i caduti. La reazione: "Mettere sullo stesso piano combattenti e caduti dell'Rsi è ignobile e indecente. Sala si opponga". L'assessore alle Politiche sociali Majorino: "Interrompiamo la tradizione. Nessuna corona"
Un’unica corona di fiori per i partigiani e i sostenitori della Repubblica di Salò sulla tomba dei caduti del cimitero Maggiore di Milano. La proposta dell’assessora alla Sicurezza Carmela Rozza per il 2 novembre, giorno dei defunti, fa infuriare l’Anpi. Per l’Associazione dei partigiani l’idea, arrivata sul tavolo della giunta Sala venerdì 15 settembre, pone “sullo stesso piano i Combattenti per la Libertà e i repubblichini“. L’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) l’ha definita “offensiva”. Dopo qualche ora anche l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha detto la sua: la deposizione della corona per i caduti il 2 novembre “è una tradizione della città. Una tradizione che per me va interrotta: quindi nessuna corona. Senza bava alla bocca ma con molta fermezza”. Perché “il rispetto per i morti non ha bisogno, sempre, di gesti simbolici o riconoscimenti”.
Per l’assessore Rozza la commemorazione dei morti è “frutto di una pietas umana” e i morti sono tutti uguali “senza giudizio di tipo morale o politico“, dunque è possibile una “pacificazione”. L’Anpi Milano non ci sta partigiani: certo, “la morte rende tutti uguali, ma in vita” i combattenti hanno “lottato contro l’oppressione nazifascista mentre i repubblichini hanno collaborato con i nazisti”. Non si può dimenticare che “se avessero prevalso i nazifascisti, la libertà e la democrazia non sarebbero state riconquistate nel nostro Paese”. Il presidente dell’Anpi provinciale Roberto Cenati ricorda che al campo dieci del Cimitero Maggiore – già palco di una manifestazione fascista a maggio – “non sono tumulati soltanto semplici aderenti alla Repubblica di Salò, ma gerarchi fascisti, i fucilatori dei 15 Martiri di piazzale Loreto, i volontari italiani delle SS“.
Anche l’Aned “rigetta come offensiva la proposta dell’assessora Rozza”, si legge invece in una nota dell’Associazione Nazionale ex deportati. Che usa toni anche toni più duri nel “chiedere al sindaco Sala di spiegare nuovamente alla componente della sua giunta che lei siede in quel consesso democratico grazie al sacrificio di decine di migliaia di partigiani e deportati che pagarono con la vita l’impegno per sconfiggere la dittatura fascista e per liberare l’Italia dai nazisti occupanti”.
L’assessore alla Sicurezza affida il suo messaggio a Facebook. Rozza scrive di essere consapevole che l’iniziativa “non piacerà né alla sinistra estrema, né alla destra”. In un lungo post spiega però che “esiste anche la possibilità di fare un ragionamento più complesso”, oltre i “preconcetti”e gli “schematismi ideologici”, che in qualche modo tenga conto anche “del tema della pacificazione”. Il 2 novembre “è una festività religiosa ed è la ricorrenza dei morti. Tutti. Non c’è in quella occasione nessun giudizio di tipo morale o politico“. Poi si parla di “pietas per i caduti” che “né riabilita, né giustifica le azioni e i motivi che hanno portato alla loro morte”. Una sola corona non significa, “come vorrebbe qualcuno a destra”, mettere i morti sullo stesso piano storico e politico, “perché non lo sono e non lo saranno mai”, precisa Rozza. Che ribadisce “anche quest’anno la richiesta che ho già fatto anche l’anno scorso, ovvero impedire che in occasione del 25 aprile i neofascisti possano andare a manifestare al Campo X a onorare il ricordo di coloro che pretendevano di mantenere il Paese ancora nella dittatura”.