Il Senatùr non sarà sul palco: non è mai successo dal 1990, anno dell'inizio della manifestazione fondata dall'ex capo. Il segretario annuncia che - dopo il sequestro dei conti del Carroccio - parlerà soprattutto con il cuore. Obiettivo: diventare il leader del centrodestra
Per la prima volta potrebbe non parlare dal palco Umberto Bossi. Eppure il raduno della Lega Nord a Pontida lo ha inventato lui. Ma per Matteo Salvini è troppo importante la manifestazione di domenica. Arriva pochi giorni dopo il sequestro preventivo dei conti del partito, dopo la condanna in primo grado proprio del Senatùr per truffa ai danni dello Stato. Il segretario, insomma, ha bisogno che lo spirito sia quello unitario, che la sua linea sia la linea di tutti: unità e compattezza in un momento difficile per il Carroccio. E d’altra parte negli ultimi mesi Bossi è stato tutto tranne che allineato: l’idea di Salvini di rendere più “nazionale” il raggio d’azione della Lega non gli è mai piaciuta.
Certo, gli obiettivi politici del leader non cambiano. “Salvini premier”, sarà lo slogan che sarà scritto in uno striscione gigante sul palco, insieme a quella per il Sì ai referendum consultivi per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Il nome di Bossi non compare nel programma ufficiale, dove invece ci sono quelli dei governatori Roberto Maroni e Luca Zaia e persino quello del forzista Giovanni Toti (primo esponente di un partito italiano a essere invitato sul palco del raduno leghista), che parleranno di autonomia. “Penso che domani a nome della Lega parlerà il segretario federale, in un momento in cui la Lega è sotto attacco”, si è limitato a rispondere Salvini arrivando a Pontida per l’assemblea del Movimento giovani padani. “La Lega – ha aggiunto – ha una voce sola”.
Si vedrà se il vecchio capo, che l’anno scorso contestò la linea nazionalista di Salvini e finì a pranzo da solo, sarà tenuto giù dal palco per davvero. Di certo l’attuale segretario intende ricevere da Pontida un mandato pieno. Perché vuole appunto proporsi come candidato premier del futuro centrodestra, anche se l’accordo con Silvio Berlusconi stenta a concretizzarsi. E soprattutto perché vuole reagire con forza a quello che considera un “attacco politico” della magistratura. “Pensano di mettere fuori legge il terzo partito italiano attraverso magistrati che fanno politica – ha ribadito Salvini -. Ma non ci fermiamo. Democraticamente arriveremo al governo”. Il segretario della Lega ha ricevuto un’accoglienza particolarmente calorosa a Pontida, dove al suo arrivo ha fatto una breve passeggiata in solitaria sul pratone. Ma non ha voluto chiarire quali azioni clamorose annuncerà domani dal palco.
Salvini ha chiesto ai suoi di valutare diverse opzioni politiche che possano accompagnare il ricorso degli avvocati per ottenere il dissequestro dei conti del partito. Ma una cosa (oltre al fatto di “non aver paura” della competizione con Luigi Di Maio e Matteo Renzi) è certa: “Domani parlerò più con il cuore che con la testa”. Una promessa sentita ai giovani padani che intonavano “rossi di merda” all’indirizzo dei magistrati di Genova.