Il presidente del Consiglio dal palco della Festa dell'Unità di Imola: "La credibilità, l’autorevolezza delle istituzioni è un bene prezioso da tutelare anche se al loro interno hanno anticorpi per arginare chi vuole danneggiarle"
“Comportamenti che screditano le istituzioni”, cioè la giustizia e le istituzioni militari, “non possono essere accettati”. E’ il pensiero del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sul caso Consip che parla dalla Festa dell’Unità a Imola. Intervistato sul palco dal direttore del Foglio Claudio Cerasa il capo del governo sottolinea che “per un Paese come il nostro, la credibilità, l’autorevolezza di istituzioni che amministrano la giustizia, istituzioni militari che garantiscono la nostra sicurezza, soprattutto di questi tempi, è un bene prezioso da tutelare. Se ci sono dei comportamenti che questa credibilità e questa autorevolezza screditano, penso che siano dei comportamenti gravissimi“.
A due giorni di distanza dalla prima condanna – quella di Marco Gasparri, il funzionario della centrale acquisti della pubblica amministrazione che ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi di carcere per corruzione – il presidente del Consiglio si esprime sull’inchiesta che vede indagato il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi per concorso in traffico d’influenze e un membro del governo Gentiloni, Luca Lotti per rivelazione di segreto d’ufficio. Il capo dell’esecutivo ha peraltro sempre confermato la fiducia nel ministro – tanto da affidargli la delega allo Sport e un posto in consiglio dei ministri quando il caso era già noto – aggiungendo che le istituzioni hanno al loro interno “gli anticorpi” per arginare chi tenta di screditarle.
Il premier dal palco di Imola ha aggiunto che, “per fortuna”, al loro interno hanno oltre agli “anticorpi, anche “la credibilità per evitare questi comportamenti, e se necessario eliminarli. A loro spetta questo compito: ho fiducia che chi amministra la giustizia, chi garantisce la nostra sicurezza sappia confermare la credibilità di cui tutti abbiamo bisogno”. Gentiloni ribadisce anche una volta la sua preoccupazione sulla vicenda “è che venga messa in discussione questa credibilità, sarebbe gravissimo, ma sono convinto che non sarà così. Chi l’ha messa in discussione, alla fine non riuscirà a incrinare la forza di queste istituzioni”. Quanto alla possibilità che ci si trovi di fronte ad un’ipotesi di eversione, di complotto, di un disegno per colpire Matteo Renzi, “non mi abbandono a giudizi di questo genere, rispetto queste valutazioni”.
La sicurezza e la fiducia di Paolo Gentiloni non sembrano albergare nel ministro degli Esteri e leader di Ap Angelino Alfano che ha chiesto “chiarezza”, in quanto “è in gioco la tenuta democratica del Paese”. Secondo Alfano le notizie emerse ieri sono “scandalose e inquietanti” e devono essere approfondite “perché in ballo non c’è il destino di un persona o di una famiglia ma la tenuta delle istituzioni democratiche”.