E’ stato fissato a ottobre l’inizio delle consultazioni elettorali, ai fini dell’elezione di un nuovo presidente nel febbraio 2018, dopo ventilate dimissioni di Raul Castro. Inoltre, l’Asemblea popular di luglio ha assunto decisioni che potrebbero cambiare radicalmente il quadro economico.
1. Congelamento di nuove licenze per Casas particular y paladares: il governo vuole mettere un freno a un arricchimento fuori controllo dei titolari di pensioni e ristoranti. Difatti, ora i proprietari possono sfruttare solo un immobile uso business nei centri urbani, oltre a una casa in campagna.
2. Concessione a titolo gratuito di parcelas, appezzamenti di terreno uso agricolo per la coltivazione mirata degli ortaggi classici. La riforma modifica anche la quantità massima di terra assegnata in usufrutto “non trasferibile” (cioè che rimane una proprietà dello Stato) che ora raddoppia, arrivando a quasi 27 ettari. Inoltre, la durata di tale usufrutto è prolungato a 20 anni, da 10 che era, adeguandosi alla durata del periodo concesso per la restituzione del prestito agevolato ai fini della produzione.
Sussistono problemi tecnici, come la refrigerazione delle eccedenze, e ostacoli per l’acquisto di ricambi per trattori made in Usa, causa restrizioni embargo.
Ciò rende patate, lattuga, carote e fagioli reperibili solo alcuni mesi l’anno, penalizzando mercato locale e turismo. Macellazione e commercio carni di vacca sono monopolio statale, mentre il maiale può essere lavorato privatamente o in partnership col governo. Nel frattempo, Santiago, la seconda città di Cuba, langue.
La faccia della gente esprime il disagio più di tante lamentele. La bassa stagione ha ridotto drasticamente l’affluenza turistica e inaridito un cash-flow già in calo.
Aggravando lo stato d’indigenza causato dalla sospensione degli alimenti dal Brasile e dal petrolio venezuelano razionato, conseguenza delle sanzioni imposte da Trump; senza contare l’accusa di corruzione da parte di Ortega Diaz, ex procuratrice rifugiata in Colombia, che coinvolge direttamente Maduro.
I dueños delle case, cioè i proprietari, devono comunque pagare allo Stato 35 Cuc mensili (1 Cuc = 0,90 €) anche per una stanza vuota, oltre al 10% sul reddito lordo annuale e a 100 Cuc di media al mese per luce e acqua.
Ospedale e università in degrado
I cavalli di battaglia del castrismo, sanità e istruzione, se resistono ancora nel principio di servizio gratuito, e di contenuto umano (i medici cubani sono stati, per decenni, merce di scambio con Brasile e Venezuela) scricchiolano ora nelle strutture. L’ospedale Clinico Quirurgico presenta un grave degrado esterno.
La Clinica internacional, riservata allo straniero, consiste in un minuscolo studio medico e un’infermeria spartana. 30 Cuc la visita, 25 per un’endovenosa più costo dei farmaci e ore di degenza. Le farmacie pubbliche, che vendono solo farmaci di produzione locale, espongono scaffali semivuoti. La crisi della materia prima penalizza la lavorazione in loco.
NovaFarma, annessa alla clinica, vende a caro prezzo farmaci d’importazione. Mancano vari medicinali, e articoli come le mascherine anti-smog, che sono cruciali nelle città cubane per difendersi dall’alto tasso d’inquinamento. Pietoso lo stato della biblioteca presso la gloriosa Università d’Oriente. Un deposito di vecchi libri accatastati, ci sono testi degli anni 30.
Catalogati solo nella scaffalatura centrale. Non vedo computer per gli studenti, né audiovisivi. In realtà non vedo neppure studenti.
Inspiegabile a Cuba, che ha un indice di alfabetizzazione tra i migliori del mondo.
Autobotti, maiali e Michelada
Nei barrios adiacenti all’Avenida Garzón, il governo vende malta per 5 pesos al litro. E porco alla brace per 50 al chilo (2 Cuc). I capannelli attorno alle autobotti e ai maiali impalati, sono parte dello show quotidiano. Questo accade al centro. Nella periferia, lo stato d’abbandono è desolante.
Sovente i murali della propaganda fiancheggiano beffardi i tuguri; una situazione aggravata dal passaggio recente dell’uragano Irma, che ha infierito con venti di 100 miglia orarie. Specie al Nord, una decina le vittime accertate. Per ricredersi dalle illusioni dell’ultima rivoluzione moderna, basta assistere agli abusi nei confronti dei paria del lavoro cubano.
Un’inserviente della gelateria statale Arboleda, lavora a turni di 12 ore consecutive, intervallati da un giorno di riposo, per 220 pesos al mese in moneda nacional, neanche 9 Cuc. Molti camerieri a Santiago fanno turni di 24 ore seguiti da 3 giorni di sosta, per 25 cuc mensili. Durante il tirocinio solo mance.
Se la matematica non è opinione, quasi 50 a settimana, pagate 13 centesimi l’ora. Un poco “meglio” nei ristoranti privati, 40 mensili, massimo 12 ore.
Questa spremitura continua porta all’odio nei confronti del sistema, che sovente si riflette su la clientela ignara. E intanto il cubano medio toma, beve.
Cuba Libre o Mojito sono icone del turista. Il locale preferisce Michelada: un micidiale cocktail a base di cerveza Bucanero, ghiaccio, succo di pomodoro e tabasco. Per stordirsi e dimenticare. Almeno per una notte.
© Foto dell’autore