Auto di lusso concepite come stazioni mobili di lavoro connesse a internet. Apparecchi grandi come una scatola di fiammiferi che filtrano e rendono più pulita l’aria che respiriamo in piccoli ambienti. E, ancora, raffinate apparecchiature mediche utilizzabili nella cura dell’asma o nella chirurgia estetica. Microsistemi, robotica e biotecnologie sono soltanto alcuni dei settori scientifici che promettono applicazioni futuristiche per le imprese. Di questo e molto altro si occupa la Fraunhofer-Gesellschaft, gioiello tedesco della ricerca applicata che conta in Germania una vasta rete di istituti e centri scientifici. Berlino ha dimostrato negli ultimi anni di puntare decisamente sull’innovazione e sugli investimenti nella ricerca. Gli effetti si fanno sentire, non solo sulla competitività dei prodotti tedeschi nelle esportazioni, ma anche per il record detenuto dalla Germania nella registrazione di nuovi brevetti in Europa. Nessun altro paese dell’Ue riesce a fare altrettanto.
La Fraunhofer-Gesellschaft con i suoi oltre ottanta istituti fornisce servizi e supporto alle aziende alle prese con il problema dell’innovazione, a partire da quelle che operano in settori industriali “maturi” – quello automobilistico, ad esempio – per finire ai segmenti più avveniristici dell’economia. Ci lavorano, stando agli ultimi dati, oltre 24mila dipendenti, in gran parte parte ingegneri e scienziati. Il loro compito è vendere tecnologie pronte all’uso alle piccole e medie imprese. Lo scorso anno il bilancio complessivo delle attività di ricerca ha superato i due miliardi di euro. Di questi, però, solo il 30% viene finanziato dallo Stato e dai Länder. Il resto, la parte più consistente, arriva da privati e imprese interessate a stipulare contratti di ricerca in uno dei tanti settori tecnologici offerti dagli ingegneri della Fraunhofer. Tra i committenti figurano anche le università. Il modello funziona anche grazie alla struttura flessibile dell’organizzazione che ha sede a Monaco, ma che di fatto è articolata in oltre ottanta istituti che godono di relativa autonomia nel costruire relazioni con territori e imprese.
Ci si occupa di tutto ciò che può trovare una diretta applicazione nell’economia del prossimo futuro, dalle biotecnologie alla microelettronica, dalle tecnologie dell’informazione alla componentistica. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nel 1949, in una Germania uscita in macerie dal secondo conflitto bellico, si decise di fondare un’organizzazione a sostegno delle imprese, in un paese tutto da ricostruire. Si scelse di intitolarla a Joseph von Fraunhofer, fisico, astronomo, inventore, nonché imprenditore dei primi dell’Ottocento. Oggi, la Fraunhofer-Gesellschaft è in grado di reperire il 70 per cento del proprio bilancio dai contratti di ricerca nell’industria. Ad essere precisi, le sovvenzioni pubbliche vengono destinate quasi interamente alla ricerca di base, mentre i finanziamenti privati riguardano lo sviluppo e l’applicazione della ricerca e, nel dettaglio, la realizzazione di prototipi. Ma oltre all’industria sono coinvolti anche settori del comparto pubblico. Il ministero della difesa, per fare un esempio, è interessato alle tecnologie della sicurezza.
Innovazione, investimenti nella ricerca, commistione di pubblico e privato: è questa la strada che la Germania ha imboccato per rendere competitive le proprie imprese in uno scenario internazionale sempre più aggressivo. I numeri, per ora, sembrano dare ragione a Berlino, almeno a giudicare dal surplus commerciale con l’estero che lo scorso anno è arrivato all’8,6% del pil. Lo scorso anno i tedeschi hanno realizzato l’ennesimo record nelle esportazioni: 1.207 miliardi, l’1,2% in più rispetto all’anno precedente.
Della Fraunhofer esiste anche un’affiliata italiana con sede a Bolzano, fondata nel 2009. Modalità e obiettivi sono gli stessi: sostegno alle aziende, fornitura di servizi specializzati e tecnologie all’avanguardia, innovazione dei prodotti. I settori principali di ricerca sono meccanica, informatica ed elettronica, applicate in simultanea nei sistemi di automazione complessi. Di fatto, però, la consorziata di Bolzano ha un raggio d’azione soprattutto territoriale e si rivolge soprattutto alle piccole e medie imprese regionali dell’Alto Adige- Südtirol.
Economia
Ricerca applicata, dietro la competitività delle imprese tedesche una rete con 24mila ingegneri e scienziati
La Fraunhofer-Gesellschaft l'anno scorso ha investito 2 miliardi: per il 30% risorse pubbliche, il resto lo hanno messo le aziende che firmano contratti con l'organizzazione. Che si occupa di tutto ciò che può trovare diretta applicazione nell’economia del futuro, dalle biotecnologie alla microelettronica. Così il paese ha il record per registrazione di nuovi brevetti e per valore dell'export
Auto di lusso concepite come stazioni mobili di lavoro connesse a internet. Apparecchi grandi come una scatola di fiammiferi che filtrano e rendono più pulita l’aria che respiriamo in piccoli ambienti. E, ancora, raffinate apparecchiature mediche utilizzabili nella cura dell’asma o nella chirurgia estetica. Microsistemi, robotica e biotecnologie sono soltanto alcuni dei settori scientifici che promettono applicazioni futuristiche per le imprese. Di questo e molto altro si occupa la Fraunhofer-Gesellschaft, gioiello tedesco della ricerca applicata che conta in Germania una vasta rete di istituti e centri scientifici. Berlino ha dimostrato negli ultimi anni di puntare decisamente sull’innovazione e sugli investimenti nella ricerca. Gli effetti si fanno sentire, non solo sulla competitività dei prodotti tedeschi nelle esportazioni, ma anche per il record detenuto dalla Germania nella registrazione di nuovi brevetti in Europa. Nessun altro paese dell’Ue riesce a fare altrettanto.
La Fraunhofer-Gesellschaft con i suoi oltre ottanta istituti fornisce servizi e supporto alle aziende alle prese con il problema dell’innovazione, a partire da quelle che operano in settori industriali “maturi” – quello automobilistico, ad esempio – per finire ai segmenti più avveniristici dell’economia. Ci lavorano, stando agli ultimi dati, oltre 24mila dipendenti, in gran parte parte ingegneri e scienziati. Il loro compito è vendere tecnologie pronte all’uso alle piccole e medie imprese. Lo scorso anno il bilancio complessivo delle attività di ricerca ha superato i due miliardi di euro. Di questi, però, solo il 30% viene finanziato dallo Stato e dai Länder. Il resto, la parte più consistente, arriva da privati e imprese interessate a stipulare contratti di ricerca in uno dei tanti settori tecnologici offerti dagli ingegneri della Fraunhofer. Tra i committenti figurano anche le università. Il modello funziona anche grazie alla struttura flessibile dell’organizzazione che ha sede a Monaco, ma che di fatto è articolata in oltre ottanta istituti che godono di relativa autonomia nel costruire relazioni con territori e imprese.
Ci si occupa di tutto ciò che può trovare una diretta applicazione nell’economia del prossimo futuro, dalle biotecnologie alla microelettronica, dalle tecnologie dell’informazione alla componentistica. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nel 1949, in una Germania uscita in macerie dal secondo conflitto bellico, si decise di fondare un’organizzazione a sostegno delle imprese, in un paese tutto da ricostruire. Si scelse di intitolarla a Joseph von Fraunhofer, fisico, astronomo, inventore, nonché imprenditore dei primi dell’Ottocento. Oggi, la Fraunhofer-Gesellschaft è in grado di reperire il 70 per cento del proprio bilancio dai contratti di ricerca nell’industria. Ad essere precisi, le sovvenzioni pubbliche vengono destinate quasi interamente alla ricerca di base, mentre i finanziamenti privati riguardano lo sviluppo e l’applicazione della ricerca e, nel dettaglio, la realizzazione di prototipi. Ma oltre all’industria sono coinvolti anche settori del comparto pubblico. Il ministero della difesa, per fare un esempio, è interessato alle tecnologie della sicurezza.
Innovazione, investimenti nella ricerca, commistione di pubblico e privato: è questa la strada che la Germania ha imboccato per rendere competitive le proprie imprese in uno scenario internazionale sempre più aggressivo. I numeri, per ora, sembrano dare ragione a Berlino, almeno a giudicare dal surplus commerciale con l’estero che lo scorso anno è arrivato all’8,6% del pil. Lo scorso anno i tedeschi hanno realizzato l’ennesimo record nelle esportazioni: 1.207 miliardi, l’1,2% in più rispetto all’anno precedente.
Della Fraunhofer esiste anche un’affiliata italiana con sede a Bolzano, fondata nel 2009. Modalità e obiettivi sono gli stessi: sostegno alle aziende, fornitura di servizi specializzati e tecnologie all’avanguardia, innovazione dei prodotti. I settori principali di ricerca sono meccanica, informatica ed elettronica, applicate in simultanea nei sistemi di automazione complessi. Di fatto, però, la consorziata di Bolzano ha un raggio d’azione soprattutto territoriale e si rivolge soprattutto alle piccole e medie imprese regionali dell’Alto Adige- Südtirol.
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Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.