Sequestro all’antimafia con la partita iva. La procura di Reggio Calabria, diretta da Federico Cafiero De Raho, ha disposto un sequestro preventivo di 75 mila euro nei confronti di Adriana Musella, presidente del Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti. Malversazione e appropriazione indebita sono i reati contestati dalla guardia di finanza a quella che veniva considerata una paladina dell’antimafia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, guidati dal colonnello Flavio Urbani con il coordinamento del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Sara Amerio, a partire dal 2002 la Musella avrebbe ricevuto e gestito diversi finanziamenti, anche pubblici, per un importo complessivo di circa 450mila euro, il cui impiego sarebbe dovuto essere vincolato alla divulgazione della cultura antimafia.
Così non è stato e a farne le spese sono i numerosi enti pubblici che hanno elargito fondi all’associazione Riferimenti: dal consiglio regionale della Calabria, alla provincia e il Comune di Reggio passando per la provincia di Vibo Valentia, il comune di Verona, il comune di Santa Maria Capua a Vetere, la provincia di Salerno, la provincia di Verona, Il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Consiglio dell’ordine degli Ingegneri di Salerno, la Camera di Commercio di Reggio e i Comuni di Bollate e Gioia Tauro. Nel corso del quinquennio 2010-2015, stando alle indagini delle fiamme gialle, circa 55mila euro, sono stati utilizzati dalla presidente di Riferimenti per finalità ritenute estranee a quelle dell’associazione.
Dall’esame dei conti bancari, inoltre, è emerso che parte dei fondi disponibili, quantificabili in circa 20mila euro, sarebbero stati utilizzati dalla Musella come uno strumento di liquidità personale aggiuntivo: una sorta di bancomat con soldi pubblici. A fine marzo, la Musella aveva ricevuto un avviso di comparizione ed è stata interrogata dal procuratore aggiunto Dominijanni e dal pm Amerio che volevano vederci chiaro sull’utilizzo dei finanziamenti destinati all’attività antimafia.
Dalla contabilità dell’associazione, infatti, spuntano non solo convegni istituzionali e incontri nelle scuole, ma anche “settimane bianche dell’antimafia” a Folgaria. Diverse decine di migliaia di euro, infatti, stando alla documentazione in mano alla procura sono state spese in tipografia per la realizzazione di calendari e di un libro, 11mila euro per omaggi e addobbi floreali, quasi 5 mila euro di targhe e 23 mila euro per le magliette distribuite durante la manifestazione “Gerbera Gialla” alla quale partecipavano le più importanti autorità locali e nazionali, a partire dal presidente del Senato Piero Grasso.
Con i soldi della Regione, inoltre, sono stati pagati 1.778 euro all’Apple Store di Roma, le bollette dei cellulari (5mila e 900 euro), quelle del telefono fisso (2mila euro) e dell’energia elettrica (844 euro). 16mila euro, inoltre, sono stati pagati al grafico Francesco Tortorella che è anche figlio di Adriana Musella. Infine, ci sono pranzi per 7mila e 200 euro di cui 2mila spesi alla Locanda di Molinara e 1.500 al ristorante “I Tre Farfalli” all’epoca di proprietà di Salvatore Neri, cognato della presidente Musella.