Intervistato a Radio Capital, il presidente dell'Autorità anticorruzione ha commentato così l'inchiesta giudiziaria: "C'è una cortina fumogena, tante indagini sulle indagini. Ma la vicenda Consip doveva creare sfracelli. Io sono laico, rispetto a ipotesi di complotto voglio aspettare"
“Ad oggi vedo pochi fatti e tantissime illazioni. Per ora c’è solo una ipotesi di corruzione e uno che ha patteggiato”. Così, intervistato a Radio Capital, il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, ha commentato il caso Consip. “C’è una cortina fumogena, tante indagini sulle indagini, scenari molto ampi – ha detto Cantone – Ma la vicenda Consip doveva creare sfracelli, mentre per ora c’è un funzionario di medio livello che ha patteggiato e un imprenditore in attesa di giudizio”. Il presidente dell’Anac sembra minimizzare l’inchiesta, ma niente “complotti”. “Io sono laico, rispetto a ipotesi di complotto voglio aspettare. Troppe volte ci siamo aspettati bombe atomiche che invece erano tric-trac”, ha concluso il magistrato.
Il patteggiamento a cui si riferisce Cantone è quello di Marco Gasparri, il funzionario della centrale acquisti della pubblica amministrazione, la Consip, che il 14 settembre ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi di carcere per corruzione. Secondo l’accusa, Gasparri ha ricevuto 100mila euro in tre anni dall’imprenditore Alfredo Romeo in cambio di informazioni riservate nonché indispensabili per aggiudicarsi alcuni appalti pubblici.