“Di Maio candidato premier del M5S? Se immagino l’Italia guidata da lui, i casi sono due: o mi viene da ridere o mi viene da piangere“. Sono le parole dello scrittore e giornalista Giampaolo Pansa, ospite di Otto e Mezzo (La7) assieme al presidente de Il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, e al vicedirettore dell’Espresso, Marco Damilano. Pansa sfodera a riguardo una metafora: “Di Maio premier è come Marco Damilano che dice: ‘Da domani faccio il campione mondiale di lotta libera’. E’ evidente che non è il suo mestiere. Questo è un Paese che sta sull’orlo della guerra civile. Persino i carabinieri si sono sputtanati da soli con la vicenda degli stupri di Firenze. Di Maio cosa può fare? Ammettiamo anche” – continua – “che Grillo raggiunga un numero sufficiente di voti per formare un governo monocolore. Ma Di Maio che fa? Mette la testa sotto la lama del boia? Ha fatto bene Saviano con la sua provocazione dell’auto-candidatura. Domani anche un signor Pinco Palla che abbia un po’ di soldi per raccogliere le firme si può candidare. Temo che questo passaggio cruciale delle elezioni lo sciuperemo in modo grottesco”. Padellaro ricorda: “Teniamo presente però quel milione di italiani che hanno ancora fiducia nel M5S“. “Ah, beh, cavoli loro” – ribatte Pansa – “Se decidono di votare per un signore con la pelata che ricorda quella del vecchio Benito e coi baffetti che ricordano quelli del vecchio Adolf, cazzi loro. Volete votarlo? Fatelo. La democrazia è bella perché è varia. Anche per questo motivo ormai da un po’ di anni io non vado più a votare. Il mio voto sarebbe sprecato. Gli italiani vogliono Grillo e Di Maio? Cavoli loro. Io cerco di starne lontano”. E torna a bomba sulla sua nefasta profezia: “Qualcuno non ricorrerà più alla protesta, ma comincerà a usare le armi e a sparare. Lo dico qua, stasera 18 settembre, davanti alla signora Gruber. Questo Paese è pronto per una nuova guerra civile armata. Il M5S non può fare nulla. Come ha detto Berlusconi a proposito di Di Maio? E’ una meteorina della politica“. E chiosa: “Mi rendo conto che questa percezione di una guerra civile non c’è per ora. Del resto, gli italiani pensano alle vacanze e alle donne, cercano il modo per non pagare le tasse, vogliono lavorare poco e guadagnare molto. Questo è un Paese che non ha più spina dorsale”
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