“Il MoVimento 5 Stelle sarà presente alle regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri”. E lo stesso candidato in bilico alle regionali siciliane a dettare la linea dopo che il tribunale di Palermo ha ipotecato le primarie che lo hann incoronato come candidato ufficiale alla corsa per palazzo D’Orleans. In mattina la notizia della conferma della decisione di sospensiva cautelare della consultazione adottata il 12 settembre scorso, quando i giudici avevano accolto il ricorso dell’attivista Mauro Giulivi, escluso dalla lista dei candidati per non aver sottoscritto in tempo utile il codice etico. Il giudice, Claudia Spiga – quinta sezione civile, specializzata in materia di impresa - ha bloccato il provvedimento del movimento a carico di Giulivi e sospeso l’esecuzione delle determine con cui sono stati individuati i 16 candidati più votati a Palermo, inseriti nella lista per l’Assemblea regionale. Ha anche congelato l’esito del secondo turno che ha incoronato Cancelleri come concorrente per la presidenza della Regione. Lo staff di M5S si è riunito subito a Milano per decidere il da farsi. Erano due le soluzioni possibili: la prima era la ripetizione delle selezioni on-line, sia del primo che del secondo turno. Ma avrebbe dovuto rimettersi in moto, in tempi da record, la macchina organizzativa. Il termine per la presentazione dei simboli è fissato per sabato, mentre le liste provinciali (e il listino del candidati presidente) vanno depositati entro il 6 ottobre. Date troppo ravvicinate. Così, scartata ogni altra ipotesi, è il diretto interessato ad annunciare la decisione di impugnare la sentenza e rimanere in corsa.
La risposta del candidato: “Non ci sono i tempi. Resto io il candidato”
La risposta è arrivata a stretto giro proprio sul blog di Beppe Grillo. “Alla luce del decreto del Tribunale civile di Palermo – si legge – il MoVimento 5 Stelle annuncia che esercitando un suo diritto farà ricorso per far valere le proprie ragioni. I tempi per aspettare la fine del procedimento e per rinnovare le votazioni purtroppo non ci sono più. Inoltre anche il giudice nel decreto stabilisce che “nessuna statuizione può essere disposta nel presente giudizio” riguardo “all’an della celebrazione” e “alla modalità di svolgimento” delle regionarie, cioè se e come le dovremmo fare. Alla prima udienza dell’8 agosto la causa poteva essere decisa immediatamente ma la difesa del ricorrente ha chiesto un rinvio che il Tribunale ha concesso al 29 agosto. In tale udienza, con un Giudice diverso, la causa è stata nuovamente rinviata al 6 settembre, quando è stata tenuta da un altro giudice ancora. Quest’ultima si è riservata ed ha sciolto la riserva il 12 settembre rinviando la causa al 18 settembre. Oggi siamo fuori tempo massimo. La scadenza per presentare il simbolo è questo sabato 23 settembre e dobbiamo inoltre raccogliere 3.600 firme per la presentazione della lista. Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle sarà presente alle regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione e con la lista, a me collegata, votata dagli iscritti il 4 luglio 2017».
In discussione le modalità interne a M5S
La sentenza entra nel merito delle sanzioni disciplinari via blog, come spiega La Stampa. Laddove afferma il principio per cui le mail spedite dai server della Casaleggio, da parte dell’Associazione Rousseau, non valgono come instaurazione di procedimento disciplinare: “Il mero invito a fornire chiarimenti – scrive la giudice Spiga – non risulta preordinato a garantire il necessario diritto di difesa al destinatario, bensì, in assenza di alcuna esplicitazione, costituisce un semplice invito informale a chiarire la volontà in ordine all’invito alla sottoscrizione del cosiddetto codice etico, o ancora a fornire le eventuali motivazioni”. Nel caso specifico Giulivi aveva ricevuto una mail che gli faceva notare che non aveva sottoscritto un codice etico aggiuntivo rispetto al regolamento del “Non Statuto”, ma secondo il tribunale questa mail non instaura alcun procedimento disciplinare, e quindi non sospende Giulivi. Di fatto sarebbe solo una comunicazione interlocutoria, come tante in un partito. Una lettura estensiva del principio affermato potrebbe mettere in discussione l’intero campionario di comunicazioni di espulsione, o sospensione, o disattivazione dal portale, rivolte a militanti con un semplice clic o appunto, con l’invio di una mail non formalizzata. Il tribunale infine sancisce che il resistente (ossia il Movimento cinque stelle) al ricorso (del ricorrente Giulivi) deve pagare le spese della contesa processuale.
Doppia tegola per Di Maio
La decisione del Tribunale si profila come un secondo duro colpo per Luigi di Maio, già nel mirino delle fragili primarie online per la scelta del candidato premier con sette sfidanti e nessun big. Ora per lui rischia di aprisi anche un “caso Cancelleri”, perché Cancelleri è uomo di Di Maio. La scelta che faranno i vertici milanesi del Movimento dovrà tenere anche conto dei riflessi della decisione, tra il difficile ricorso contro la decisione dei giudici, l’opzione di ripetere le selezioni. Entrambe, di fatto, comportano il rischio di un danno d’immagine per i sostenitori delle regole, della trasparenza, della democrazia diretta. E il rischio che questa contraddizione diventi un arma proprio in vista delle elezioni, regionali e politiche che siano.
L’avvocato degli espulsi: “Devono rifarle le primarie”
“Con questo provvedimento il giudice ha sospeso l’efficacia delle votazioni del 4 luglio e di conseguenza anche del secondo turno. Occorrerà rifare entrambe le votazioni, inserendo Mauro Giulivi”. Lo ha detto l’avvocato Lorenzo Borrè, legale del ricorrente Giulivi e di diversi espulsi dal M5S. Il movimento non potrà ricorrere, secondo il legale, all’eventuale espulsione di Giulivi dal Movimento per evitare di rifare le regionarie. “Già nel decreto cautelare del 12 settembre – ha spiegato – il giudice aveva detto che l’iscrizione non è nemmeno necessaria perché lo statuto parla di cittadini. Già nel caso Cassimatis questa strategia non ha pagato”.
Politica
M5S Sicilia, tribunale sospende primarie che hanno incoronato Cancelleri. Lui annuncia il ricorso: “Il candidato resto io”
I giudici di Palermo confermano l'alt alla delibera che individua i candidati più votati. Scartata l'ipotesi di ripetere la consultazione è lo stesso candidato a chiarire di non essere in bilico e a spiegare perché il M5S non può che tirare dritto opponendosi alla sentenza. Il ricorrente Giulivi: "La rispettino e rifacciano le votazioni". Ma per Cancelleri non ci sono i tempi tecnici: i termini per presentare le liste scadono questo sabato, e bisognerebbe raccogliere da capo 3.600 firme
“Il MoVimento 5 Stelle sarà presente alle regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri”. E lo stesso candidato in bilico alle regionali siciliane a dettare la linea dopo che il tribunale di Palermo ha ipotecato le primarie che lo hann incoronato come candidato ufficiale alla corsa per palazzo D’Orleans. In mattina la notizia della conferma della decisione di sospensiva cautelare della consultazione adottata il 12 settembre scorso, quando i giudici avevano accolto il ricorso dell’attivista Mauro Giulivi, escluso dalla lista dei candidati per non aver sottoscritto in tempo utile il codice etico. Il giudice, Claudia Spiga – quinta sezione civile, specializzata in materia di impresa - ha bloccato il provvedimento del movimento a carico di Giulivi e sospeso l’esecuzione delle determine con cui sono stati individuati i 16 candidati più votati a Palermo, inseriti nella lista per l’Assemblea regionale. Ha anche congelato l’esito del secondo turno che ha incoronato Cancelleri come concorrente per la presidenza della Regione. Lo staff di M5S si è riunito subito a Milano per decidere il da farsi. Erano due le soluzioni possibili: la prima era la ripetizione delle selezioni on-line, sia del primo che del secondo turno. Ma avrebbe dovuto rimettersi in moto, in tempi da record, la macchina organizzativa. Il termine per la presentazione dei simboli è fissato per sabato, mentre le liste provinciali (e il listino del candidati presidente) vanno depositati entro il 6 ottobre. Date troppo ravvicinate. Così, scartata ogni altra ipotesi, è il diretto interessato ad annunciare la decisione di impugnare la sentenza e rimanere in corsa.
La risposta del candidato: “Non ci sono i tempi. Resto io il candidato”
La risposta è arrivata a stretto giro proprio sul blog di Beppe Grillo. “Alla luce del decreto del Tribunale civile di Palermo – si legge – il MoVimento 5 Stelle annuncia che esercitando un suo diritto farà ricorso per far valere le proprie ragioni. I tempi per aspettare la fine del procedimento e per rinnovare le votazioni purtroppo non ci sono più. Inoltre anche il giudice nel decreto stabilisce che “nessuna statuizione può essere disposta nel presente giudizio” riguardo “all’an della celebrazione” e “alla modalità di svolgimento” delle regionarie, cioè se e come le dovremmo fare. Alla prima udienza dell’8 agosto la causa poteva essere decisa immediatamente ma la difesa del ricorrente ha chiesto un rinvio che il Tribunale ha concesso al 29 agosto. In tale udienza, con un Giudice diverso, la causa è stata nuovamente rinviata al 6 settembre, quando è stata tenuta da un altro giudice ancora. Quest’ultima si è riservata ed ha sciolto la riserva il 12 settembre rinviando la causa al 18 settembre. Oggi siamo fuori tempo massimo. La scadenza per presentare il simbolo è questo sabato 23 settembre e dobbiamo inoltre raccogliere 3.600 firme per la presentazione della lista. Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle sarà presente alle regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione e con la lista, a me collegata, votata dagli iscritti il 4 luglio 2017».
In discussione le modalità interne a M5S
La sentenza entra nel merito delle sanzioni disciplinari via blog, come spiega La Stampa. Laddove afferma il principio per cui le mail spedite dai server della Casaleggio, da parte dell’Associazione Rousseau, non valgono come instaurazione di procedimento disciplinare: “Il mero invito a fornire chiarimenti – scrive la giudice Spiga – non risulta preordinato a garantire il necessario diritto di difesa al destinatario, bensì, in assenza di alcuna esplicitazione, costituisce un semplice invito informale a chiarire la volontà in ordine all’invito alla sottoscrizione del cosiddetto codice etico, o ancora a fornire le eventuali motivazioni”. Nel caso specifico Giulivi aveva ricevuto una mail che gli faceva notare che non aveva sottoscritto un codice etico aggiuntivo rispetto al regolamento del “Non Statuto”, ma secondo il tribunale questa mail non instaura alcun procedimento disciplinare, e quindi non sospende Giulivi. Di fatto sarebbe solo una comunicazione interlocutoria, come tante in un partito. Una lettura estensiva del principio affermato potrebbe mettere in discussione l’intero campionario di comunicazioni di espulsione, o sospensione, o disattivazione dal portale, rivolte a militanti con un semplice clic o appunto, con l’invio di una mail non formalizzata. Il tribunale infine sancisce che il resistente (ossia il Movimento cinque stelle) al ricorso (del ricorrente Giulivi) deve pagare le spese della contesa processuale.
Doppia tegola per Di Maio
La decisione del Tribunale si profila come un secondo duro colpo per Luigi di Maio, già nel mirino delle fragili primarie online per la scelta del candidato premier con sette sfidanti e nessun big. Ora per lui rischia di aprisi anche un “caso Cancelleri”, perché Cancelleri è uomo di Di Maio. La scelta che faranno i vertici milanesi del Movimento dovrà tenere anche conto dei riflessi della decisione, tra il difficile ricorso contro la decisione dei giudici, l’opzione di ripetere le selezioni. Entrambe, di fatto, comportano il rischio di un danno d’immagine per i sostenitori delle regole, della trasparenza, della democrazia diretta. E il rischio che questa contraddizione diventi un arma proprio in vista delle elezioni, regionali e politiche che siano.
L’avvocato degli espulsi: “Devono rifarle le primarie”
“Con questo provvedimento il giudice ha sospeso l’efficacia delle votazioni del 4 luglio e di conseguenza anche del secondo turno. Occorrerà rifare entrambe le votazioni, inserendo Mauro Giulivi”. Lo ha detto l’avvocato Lorenzo Borrè, legale del ricorrente Giulivi e di diversi espulsi dal M5S. Il movimento non potrà ricorrere, secondo il legale, all’eventuale espulsione di Giulivi dal Movimento per evitare di rifare le regionarie. “Già nel decreto cautelare del 12 settembre – ha spiegato – il giudice aveva detto che l’iscrizione non è nemmeno necessaria perché lo statuto parla di cittadini. Già nel caso Cassimatis questa strategia non ha pagato”.
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Roma, 10 mar. (Adnkronos) - C'è attesa oggi, 11 marzo 2025, per quello che potrebbe essere l'ultimo atto della vicenda giudiziaria sull'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. A scrivere la parola fine sul caso potrebbe essere oggi la Corte di Cassazione che dovrà decidere se confermare l'assoluzione degli imputati Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, del figlio Marco e della moglie Annamaria, e quindi rigettare i ricorsi, oppure se annullare le assoluzioni e quindi aprire a un processo di Appello bis. L'udienza davanti alla Suprema Corte è convocata per stamattina alla presenza degli avvocati del pool della Difesa dei Mottola e delle parti civili.
Gli imputati al processo, i Mottola e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, sono stati assolti dalla prima sezione della Corte d'Assise d'appello di Roma, che ha confermato la sentenza di primo grado emessa dalla Corte d'Assise di Cassino. I sostituti procuratori generali Francesco Piantoni e Deborah Landolfi avevano chiesto la condanna a 24 anni per Mottola, a 22 anni per il figlio Marco e per la moglie Annamaria. Per Francesco Suprano avevano chiesto quattro anni, dopo che l'imputato aveva rinunciato alla prescrizione, e per Vincenzo Quatrale l'assoluzione. Per i due carabinieri Suprano e Quatrale la vicenda si è quindi chiusa in secondo grado. Le parti civili invece che avevano proposto l'appello sono state condannate al pagamento delle spese processuali.
''Gli imputati sono molto sereni e confidano nella giustizia. Dopo due assoluzioni siamo sicuri che anche la Corte di Cassazione farà un ottimo lavoro'', spiega all'Adnkronos l'avvocato Mauro Marsella, uno dei difensori dei Mottola. Il legale, che insieme ai colleghi Francesco Germani e Piergiorgio Di Giuseppe e al criminologo Carmelo Lavorino fa parte del pool della difesa dei Mottola sottolinea che ''anche gli avvocati sono molto fiduciosi''.
I familiari di Serena sperano invece in un nuovo processo di Appello. Dopo la morte di Guglielmo Mollicone, padre della ragazza, a portare avanti la battaglia per la verità sono stati lo zio Antonio e la sorella Consuelo. ''C'è la consapevolezza che il ricorso presentato dalla procura generale della Corte d'Assise d'Appello di Roma è fatto bene ed è fondato - confida all'Adnkronos l'avvocato di parte civile Anthony Iafrate dello Studio Salera che da anni segue la sorella di Serena - Per noi resta valida l'ipotesi finora portata avanti nei primi due gradi di giudizio''.
Il legale di Consuelo è allo stesso tempo consapevole che con la parola della Cassazione potrebbe anche calare il sipario sul caso e l'omicidio di Serena rimanere senza un colpevole. ''Se la Corte di Cassazione dovesse rigettare il ricorso il caso di Serena resterebbe irrisolto soprattutto perché ad oggi le carte processuali non hanno fornito altre ipotesi valide'', conclude.
Serena Mollicone scompare il 1 giugno del 2001. Quella mattina esce di casa presto, dopo aver preparato la colazione al padre, con cui vive sola dalla scomparsa della mamma. Deve andare all'ospedale di Sora dove ha un appuntamento fissato da qualche giorno per un'ortopanoramica. Da quel momento però non farà più ritorno a casa. Il suo corpo verrà ritrovato due giorni dopo, abbandonato sull'erba vicino a un mucchio di rifiuti nel bosco di Fonte Cupa, in località Anitrella. Serena viene trovata con mani e piedi legati, nastro adesivo su naso e bocca, e un sacchetto dell'Eurospin in testa. Dal giorno del ritrovamento del corpo sono passati quasi 24 anni in cui si sono susseguite indagini, archiviazioni, processi, e colpi di scena ma il caso al momento resta ancora un giallo.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Lazio e Udinese pareggiano 1-1 nel posticipo della 28esima giornata della Serie A. I biancocelesti salgono a 51 punti ma falliscono il sorpasso ai danni della Juventus, che rimane quarta a quota 52. L'Udinese sale a 40 punti, a metà classifica.
Il match si infiamma subito con la prima chance al 4' per i friulani: la deviazione di tacco di Lucca non trova la porta. La Lazio prende in mano le redini del match e si affida alle fiammate di Isaksen, il più ispirato in avvio. Le due squadre si affrontano a viso aperto e a ritmi elevati. L'equilibrio salta al 22'. L'Udinese sfonda con un'azione elaborata, Thauvin si trova al posto giusto al momento giusto e da due passi insacca: 0-1. La reazione della Lazio è veemente, i biancocelesti si riversano nella metà campo bianconera e pareggiano nel giro di 10 minuti. Al 32' sponda di Vecino, Romagnoli sul secondo palo non sbaglia: 1-1. Prima del riposo, nuova chance bianconera: Lucca gira di destro, mira sbagliata di poco.
La Lazio inizia il secondo tempo con un pressing aggressivo, l'Udinese fatica a gestire il possesso del pallone nelle ripartenze e si limita a contenere i biancocelesti per buona parte della ripresa. La Lazio non trova varchi e, nel finale, rischia qualcosa. Al 76' e al 77' servono 2 parate di Provedel per disinnescare la punizione di Zemura e il colpo di testa di Atta. I padroni di casa, nonostante i cambi, non hanno energie e risorse per l'assedio finale: 1-1.
Roma, 10 mar. - (Adnkronos) - Asstra organizza il primo workshop nazionale dedicato all'intelligenza artificiale nel Trasporto Pubblico Locale (TPL), un'occasione di confronto per analizzare le opportunità e le criticità delle prime applicazioni dell’IA nei processi produttivi del settore. L'evento, a carattere interno, si terrà online mercoledì 12 marzo a partire dalle ore 11:00 e rientra nelle attività di supporto che Asstra fornisce alle aziende associate, attualmente impegnate in un significativo processo di trasformazione digitale ed energetica, accelerato dalle opportunità del PNRR. Attraverso momenti di condivisione come questo, Asstra facilita la diffusione delle buone pratiche e il confronto tra le esperienze nazionali e internazionali.
Ad aprire i lavori sarà Andrea Gibelli, Presidente di Asstra. Seguiranno gli interventi introduttivi di Mario Nobile, Direttore Generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AGID), che offrirà una panoramica sulle recenti linee guida AGID per l’adozione dell’IA nella pubblica amministrazione Giorgio Pizzi, Dirigente della Direzione TPL del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che illustrerà il punto di vista del MIT. Un panel di esperti per un confronto a 360 gradi. Il workshop vedrà la partecipazione di rappresentanti di aziende di trasporto italiane e internazionali. Nel primo panel interverranno Rebecca Bissell, Director of Information Technology di Transport for London, Francesca Pili di FNM Group, Francesca Quiri di Brescia Mobilità, Pasquale Rovito di Ente Autonomo Volturno Napoli, oltre a rappresentanti dell’industria. Sarà l’occasione per esplorare le applicazioni dell’IA nel TPL e le sfide legate alla comunicazione con il cliente e all’innovazione nei sistemi di gestione.
Il secondo panel vedrà protagonisti Fabio Gregorio di AMT Genova, Andrea Bottazzi di TPER Bologna, Alberto Rho dello Studio Legale Zoppolato & Associati, Michele Scozzai di TPL FVG e Tas Jalali Head of Cybersecurity & IT PMO at AC Transit, and Chair of APTA’s AI Subcommittee, oltre ad altri interventi del settore industriale. I relatori si confronteranno su temi chiave per il servizio di trasporto pubblico locale tra i quali la customer care, l’infomobilità, la manutenzione predittiva, la sicurezza informatica, la cibersecurity e le implicazioni normative dell’IA. L'evento si concluderà con una sessione di Q&A per approfondire gli spunti emersi e favorire un confronto diretto tra gli esperti e il pubblico degli associati.
Milano, 10 mar. (Adnkronos) - Sisterhood, la holding di Chiara Ferragni, informa che oggi 10 marzo, si è svolta l’assemblea dei soci di Fenice e che "con il voto favorevole di Sisterhood e di Alchimia, ha deliberato, fra l’altro, la ricostituzione del capitale sociale di Fenice, nei termini proposti dall’amministratore unico Claudio Calabi". In particolare "Sisterhood è pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale in proporzione alla quota dalla stessa detenuta ed eventualmente anche per la parte di aumento che non fosse sottoscritta dagli altri soci, onde consentire a Fenice di proseguire con successo la propria attività".
Milano, 10 mar. (Adnkronos) - Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso, amministratori di fatto e di diritto della Martinina srl, e la stessa società che allora gestiva il Centro di permanenza di via Corelli a Milano sono stati mandati a processo. Lo ha deciso il gup di Milano Mattia Fiorentini, al termine dell'udienza preliminare, fissando la prima udienza per il 23 maggio. Gli imputati devono rispondere dei reati di frode in pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti, le parti civili hanno proposto di citare il Ministero dell’Interno come responsabile civile.
L’inchiesta, avviata dalla Procura di Milano, aveva portato alla luce numerose irregolarità nell’esecuzione del contratto d’appalto per la gestione del Cpr, evidenziando la presenza di diversi documenti falsi nell’offerta presentata dalla società aggiudicataria e documentando inoltre le condizioni di vita infernali per le persone trattenute nel centro. Presunte irregolarità che nel dicembre 2023 avevano portato alla perquisizione del centro e del ramo d'azienda a cui era affidata la gestione.
"Il rinvio a giudizio conferma l’importanza del ruolo di monitoraggio svolto dalla società civile nell’attenzionare i Cpr, non luoghi sistematicamente tenuti lontani dalla vista della comunità. Ci aspettiamo che il dibattimento darà modo di far emergere nuovi profili di responsabilità.” dichiara Maria Pia Cecere, avvocata e socia dell’Asgi, associazione che per prima aveva denunciato i fatti.
(Adnkronos) - I due presunti autori del delitto, dopo essersi allontanati dalla scena del crimine con l’auto della vittima - alla quale avevano anche sottratto il telefono, alcune carte di credito e pochi contanti - si sono disfatti di parte degli oggetti rubati e dell’arma gettandoli nei campi e nei boschi tra i comuni di Valbrembo e Solza.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Bergamo, sono partite dalla ricerca dell'auto della vittima, macchina che per un colpo di fortuna una pattuglia del Comando provinciale dei carabinieri di Monza ha controllato la notte prima del ritrovamento del cadavere. A bordo viaggiavano quattro persone denunciate per ricettazione, mentre la macchina veniva sequestrata. Le indagini sull'omicidio, successive di qualche ora, hanno mostrato - attraverso le immagini estrapolate dai sistemi di video sorveglianza e le informazioni acquisite dai testimoni -, che il presunto autore del delitto era proprio l'uomo alla guida dell'auto controllata dai carabinieri la notte precedente.
Raggiunto a Monza dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo per essere sentito quale persona informata sui fatti il giovane ha reso "spontanee dichiarazioni alla polizia giudiziaria, confessando l’omicidio, riferendo di aver agito a scopo di rapina e di aver colpito a morte la vittima a seguito del suo tentativo di reazione".
Milano, 10 mar. (Adnkronos) - Due uomini sono stati fermati per l'omicidio di Luciano Muttoni, trovato senza vita ieri, domenica 9 marzo, nel suo appartamento a Valbrembo, in provincia di Bergamo, con ferite alla testa. I due fermati sono un venticinquenne di Bergamo, già noto alle forze dell'ordine e un ventiquattrenne di origini polacche residente in provincia di Monza e Brianza.
Il primo fermato ha reso "spontanee dichiarazioni ammettendo le proprie responsabilità e fornendo anche indicazioni utili al ritrovamento del proprio giubbotto macchiato di sangue, di alcuni documenti sottratti alla vittima e dell’arma del delitto, una pistola scacciacani con cui ha colpito più volte la vittima al capo, oltre ad averla percossa con pugni e calci alla testa, causandole gravi ferite a seguito delle quali la vittima è deceduta" si legge in una nota dei carabinieri del Comando Provinciale di Bergamo.
Il secondo è stato prelevato questa mattina in una comunità terapeutica in provincia di Monza Brianza dove svolgeva attività di aiuto educatore, ed ha reso anche lui spontanee dichiarazioni ai militari, "concordanti" con quelle del presunto complice. I due hanno agito per rapina e la vittima ha pagato con la vita il suo tentativo di reazione. (segue)