Nel Parlamentino siciliano si è aperta la corsa alla formazione di nuovi gruppi quando la legislatura è praticamente finita. Il motivo? Secondo la legge le varie liste che risultano presenti all'Ars sono esentate dalla raccolta delle firme per presentarsi alle elezioni. L’obiettivo, quindi, è formalizzare le nuove denominazioni per farle coincidere con quelle delle liste che saranno depositate dai partiti per le regionali del 5 novembre prossimo
Non ne ha bisogno il Movimento 5 Stelle, sarebbero necessarie invece alle formazioni politiche che non siedono all’Assemblea regionale Siciliana. Sono le firme da raccogliere per supportare la presentazione di una lista alle prossime elezioni regionali in Sicilia. Un bel problema dal quale sono però esentate le liste che già siedono nel parlamentino regionale siciliano. A prevederlo è la legge regionale numero 29 del 1951, che all’art.13 recita: “Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti presso l’Assemblea regionale in gruppo parlamentare nella legislatura precedente o che nell’ultima elezione regionale abbiano ottenuto almeno un seggio“.
Proprio per questo motivo, in consiglio regionale si è aperta una vera e propria corsa alla formazione di nuovi gruppi quando al voto mancano meno di 50 giorni. L’obiettivo è, appunto, quello di formalizzare le nuove denominazioni per farle coincidere con quelle delle liste che saranno depositate dai partiti per le regionali del 5 novembre prossimo. In questo modo saranno esentate dalla raccolta delle firme a supporto. Il bello è che in poche ore sono ben sei i nuovi gruppi nati (o resuscitati) all’Ars: c’è l’Udc, il Megafono-lista Crocetta, l’ibrido Sicilia Futura – Partito socialista, Alternativa popolare, Centristi per Micari, Diventerà Bellissima. Per i neoscudocrociati si tratta di un ritorno: erano un gruppo numeroso a inizio legislatura, poi ridimensionato dai vari cambi di casacca. Adesso il partito di Lorenzo Cesa è tornato a crescere visto che sta raccogliendo le adesioni di alcuni consiglieri che hanno lasciato Angelino Alfano – che sostiene la candidatura di Fabrizio Micari – per passare con Nello Musumeci.
L’aspirante governatore del centrodestra modifica il nome della sua lista personale (Lista Musumeci) uniformandolo al nome del suo movimento (Diventerà Bellissima, appunto), mentre è curioso il caso di Rosario Crocetta. Rilancia il suo movimento – il Megafono – che tre anni fa era stato costretto a chiudere su diktat del Pd. Nasce all’Ars anche il gruppo Arcipelago, cioè la lista curata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per sostenere la candidatura di Micari. E a proposito del candidato governatore del Pd e Alfano è quasi surreale il fatto che all’Ars nasca il gruppo “centristi per Micari”, visto che si tratta del rettore dell’università senza alcun incarico all’interno del consiglio regionale siciliano.
Non deve raccogliere le firme, invece, il Movimento 5 Stelle che proprio oggi si è visto sospendere le primarie online per scegliere il candidato governatore dal tribunale di Palermo. I legali dei pentastellat avevano sostenuto che l’eventuale conferma della sospensione delle “regionarie”, poi avvenuta, “avrebbe messo in pericolo la stessa partecipazione dell’associazione politica alla futura consultazione elettorale in ragione del tempo necessario alla nuova celebrazione delle primarie e del successivo adempimento della raccolta firme prescritto dall’art.14 bis, comma quinto della legge regionale 29 del ’51”. In realtà, proprio l’art.13 esenta dalla raccolta delle firme i partiti che hanno gruppi nel Parlamento. E anche nel Blog di Beppe Grillo, il candidato governatore Giancarlo Cancelleri, dopo la conferma della sospensione delle “regionarie” ha scritto: “La scadenza per presentare il simbolo è questo sabato 23 settembre e dobbiamo inoltre raccogliere 3.600 firme per la presentazione della lista. Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle sarà presente alle regionali siciliane del 5 novembre con il sottoscritto, Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione e con la lista, a me collegata, votata dagli iscritti il 4 luglio 2017″. L’aspirante governatore del M5s ha poi corretto il tiro spiegando che “due-tre settimane fa abbiamo chiesto al dipartimento Autonomie locali della Regione chiarimenti sulla raccolta delle firme, sapevamo che dovevamo raccogliere solo quelle per il listino”. I pentastellati dovranno quindi raccogliere 1.800 firme e non 3.600.