La vicenda di almeno 400 insegnanti è un paradosso, perché il problema del sostegno su scala nazionale è la mancanza di professori titolati. "Siamo pronti a lavorare subito per consentire agli studenti con disabilità di andare a scuola e frequentare le lezioni insieme ai loro compagni di classe". "E' vergognoso che il diritto allo studio per tutti non venga garantito. E la politica non risolve il problema". Le testimonianze delle docenti raccontate a Ilfattoquotidiano.it
Sono specializzati e hanno vinto un concorso, ma restano in panchina. Il paradosso del sostegno scolastico agli alunni disabili si materializza nel caso dei 400 docenti specializzati, pronti a lavorare subito ma lasciati a casa. Le scuole, in molti casi, utilizzano insegnanti precari (spesso senza le qualifiche necessarie) a gestire gli alunni con disabilità. Una situazione paradossale, appunto, se si pensa che su scala nazionale c’è una carenza conclamata di insegnanti di sostegno. Carenza che, in questo avvio di anno scolastico, va ad aggiungersi al disastro della chiamata diretta e della solita supplentite. “Ho superato tutte le prove per specializzarmi sul sostegno. Ogni anno mi contattano tantissime scuole, ma non vengo mai assunta, perché?”. “Ho fatto esattamente tutto quello che lo Stato mi chiede per diventare di ruolo, ho tutti i titoli richiesti, ma questo non basta. Mi sento presa in giro”. “La storia che mancano gli insegnanti di sostegno deve finire”. Questo raccontano alcune docenti specializzate sul sostegno rilasciate a Ilfattoquotidiano.it. “E’ vergognoso che il diritto allo studio per tutti, previsto dalla Costituzione italiana, non venga garantito. Ci troviamo a vivere una situazione gravissima. La politica non ha risolto il problema”. Insomma, il contratto a tempo indeterminato, per questi 400, non arriva. Zero chiamate. Di fronte, tra l’altro, ad un numero di studenti disabili in crescita: 234.658 per l’anno scolastico 2017-18 (fonte: Miur). Il Ministero dell’Istruzione evidenzia infatti che, rispetto all’anno scorso, c’è un incremento di 10mila alunni con disabilità (in maggioranza intellettiva), con una parte di disabili certificati composta da giovani stranieri (circa il 20%). Anche nel 2016 la situazione era pessima e il caos ovunque, in particolare nel centro-sud Italia.
Le diagnosi e le certificazioni rilasciate ai sensi della legge 104/1992 sono in costante crescita, ma spesso arrivano alle istituzioni scolastiche in ritardo rispetto alla costituzione dell’organico di diritto, anche a seguito dei corretti ricorsi presentati dai genitori degli studenti. “Il risultato – afferma Ernesto Ciraci, presidente MiSos, movimento seguito da oltre 4mila docenti specializzati sul sostegno – è che gran parte delle nomine viene effettuata su posti in deroga. Per l’anno scolastico 2017-18 sono circa 47mila le cattedre in deroga destinate a insegnanti con incarico a tempo determinato, precari, peraltro non sempre provvisti del prescritto titolo di specializzazione sul sostegno. Le situazioni più gravi sono in Campania (6mila cattedre in deroga), Sicilia (5mila), Puglia (3.500), per non parlare del Lazio che ha oltre 250 docenti vincitori di concorso sul sostegno per la scuola primaria non assunti. Ancora una volta a farne le spese sono coloro che non hanno colpe: gli alunni con disabilità. Così come gli studenti disabili che devono essere portati da casa a scuola con un sistema di trasporto organizzato dagli enti locali ma il cui servizio non è partito con l’inizio dell’anno scolastico. Nella provincia di Brindisi, ad esempio, il trasporto sarà garantito solo dal primo di ottobre, non permettendo di frequentare le lezioni ai disabili insieme ai loro compagni di classe sin dal primo giorno di scuola. Ma questo problema è molto diffuso, come conferma anche il caso di Napoli. Nel capoluogo partenopeo i disagi creati sono stati descritti da Antonio Nocchetti, presidente dell’associazione Tutti a scuola (e blogger de Ilfattoquotidiano.it) che ha evidenziato il grave problema dei servizi ridotti all’osso. Tutto ciò si ripercuote negativamente sulla continuità educativa e didattica, che rimane il principale tallone di Achille del sistema scolastico italiano. “Senza un piano di stabilizzazione di tutti gli insegnanti specializzati – spiega Ciraci – peraltro appositamente selezionati, formati e competenti, il cui numero è comunque insufficiente rispetto alle necessità, ogni tentativo di arginare il problema è destinato a rimanere vano. Auspichiamo che le istituzioni convergano, in tempi brevi, ad una soluzione efficace e di attenta programmazione sul sostegno”.