Estate, lasciate ogni speranza o voi che entrate non è solo un tormentone estivo, ma anche un memo per chi sta avventurandosi nell’autunno delle riforme. Il ministro Valeria Fedeli ha proposto, sotto il sole estivo: liceo breve, riduzione delle medie da tre a due anni, raddoppio di stipendio agli insegnanti ma chissà quando, divieto di bocciatura alle scuole primaria e media, obbligo scolastico a 18 anni ed Erasmus obbligatorio, riordino e semplificazione delle carriere universitarie, “triplete” dei fondi di ricerca all’università mediante travaso di fondi Iit. La Cgil, dalle cui schiere proviene il ministro, vorrebbe a sua volta liberare i docenti dal giogo statalista, transumandoli nei pascoli felici del “contratto”, in ossequio al libero mercato. Per un breve periodo (era il 1977) fui segretario regionale della Cgil ricerca in Calabria, primo e ultimo impegno pseudo-politico della mia vita. Purtroppo non trovo più la tessera: troppi traslochi. Oggi stesso la brucerei volentieri sulla pubblica piazza, ma attento non provocare incendi. Bastano e avanzano quelli che ci sono; e che non fanno più notizia.
Perché questo ministerial furore, per ora solo verbale? Per arginare la valanga dei problemi esplosi negli ultimi 20 anni? Dal crollo delle iscrizioni universitarie al minimo numero di laureati in tutto l’Occidente, all’emigrazione forzata dei giovani, al degrado dell’istruzione superiore, al trionfo della burocrazia sulla passione scientifica e didattica, al deficit cronico tra dare e avere nel bilancio europeo della ricerca. O per sedurre le imprese che, da quando brucano l’erba dei campus, hanno esclusivamente scaldato le poltroncine dei consigli di amministrazione accademici senza scucire un euro, dopo aver imposto un modello letale all’educazione universitaria europea, il 3+2? O per lisciare il pelo ai docenti italiani, quei lavativi scontenti del salario?
Gli esiti del furore verbale partoriranno la buona università? In genere, tra il dire e il fare c’è il mondo di mezzo. Da anni, però, qualche pizzetta viene sfornata; e, da anni, sono bocconi avvelenati. C’è un solo modo per risolvere i problemi, invece: smettere di riformare Scuola e Università ogni anno, con provvedimenti sempre peggiorativi, in perfetta linea con le leggi di Murphy. Essi hanno soltanto aumentato peso e costo della burocrazia inutile e idiota; e ridotto lo spazio della consapevolezza, della libertà e della creatività di studenti & docenti, prostrati da anni di gogna mediatica e di linciaggio politico: i bamboccioni & fannulloni che, nonostante tutto, si ostinano a far sopravvivere un’istituzione millenaria.
L’unica riforma sensata è l’immediata abolizione di tutte le riforme degli ultimi 20 anni, perché da 20 anni l’educazione superiore peggiora, anno dopo anno e riforma dopo riforma, secondo tutti gli indicatori internazionali, anche quelli dell’ultimo rapporto Oecd. Stavolta il ritorno al futuro è un tuffo nel passato. Bisogna restituire l’università agli studenti curiosi in cerca di consapevolezza, condivisione e conoscenza. E ai docenti appassionati ma disaccorti, messi all’angolo dai burocrati astuti. E di qui ripartire.
Gli studiosi adottano spesso metodi di trial and error. Tornano indietro, financo al punto di partenza, quando l’esperienza mette alla corda la loro teoria. E da lì ripartono a disegnare nuove strategie, ben diverse da quelle che hanno fallito, basandosi su quanto gli errori hanno loro insegnato. Chi fa notare l’utilità di questa strada viene subito zittito, qualche volta battezzato come un tipo “antisociale”. Eppure, il metodo del tentativo e dell’errore è alla base dell’epistemologia di Karl Popper e del liberalismo di Friedrich von Hayek e di Giulio Einaudi, che non oserei mai definire anarco-situazionisti. Ma la politica e dintorni non apprezzano quasi mai il valore del trial and error. E spesso curano la stipsi con crescenti dosi di olio di ricino, quello che non era servito a nulla (anzi…) se un’occlusione intestinale era il vero problema.
AAA. Per nuova legislatura, cercasi ministro abilitato alla guida della DeLorean DMC-12 nella versione elaborata da Emmett “Doc” Brown.