Il Rosatellum bis è peggio del Rosatellum originale. Il Pd deve aprirsi a sinistra e non a destra. Renzi deve mettere in campo le primarie di coalizione. Sono questi i tre messaggi che Giuliano Pisapia, il leader di Campo Progressista, ha rivolto al Partito Democratico dal palco della Festa dell’Unità di Imola. Presa di posizione chiara quella dell’ex sindaco di Milano, che arriva nei giorni in cui è tornato prepotentemente d’attualità tutto il dibattito sulla nuova legge elettorale. Che ancora non c’è e su cui si gioca buona parte delle strategie dei partiti in vista delle elezioni politiche del 2018.

Le parole di Pisapia sono un messaggio al segretario del Pd Matteo Renzi
Il Pd “torna su una proposta che è peggiorativa del Rosatellum. Quest’ultima legge è peggiore di quella proposta alcuni mesi fa”. È stato questo il commento di Giuliano Pisapia in riferimento al Rosatellum bis che sarà presentato domani dal Pd. Le parole del leader di Campo Progressista sono arrivate dalla Festa dell’Unità di Imola, dove l’ex sindaco di Milano ha parlato anche di alleanze nel centrosinistra: “Un po’ di responsabilità il Pd ce l’ha? Dobbiamo recuperare i milioni di voti persi dal Pd – ha detto – L’unica svolta possibile è che il Pd guardi a sinistra e non a destra, dicendo apertamente che il Pd non è autosufficiente e che il candidato non sarà il segretario del Pd. Perché – è stato il ragionamento di Pisapia – se si vuole una coalizione si fanno le primarie. Se si dice che il candidato premier è il segretario significa voler andare avanti da soli, noi vogliamo andare avanti insieme”. Pisapia ha poi allargato ulteriormente il suo ragionamento: “Le alleanze si fanno dopo il voto, con questa legge elettorale con cui quasi certamente si andrà a votare – ha sottolineato – E allora noi e il Pd abbiamo due compiti diversi. Il Pd deve cercare di mantenere il proprio popolo, noi abbiamo la necessità di parlare a tutta una parte di società”.

Domani in Commissione il Rosatellum bis
Le parole di Pisapia sono arrivate alla vigilia del deposito in Commissione Affari costituzionali della Camera del nuovo testo di legge elettorale. Nel frattempo, il relatore Emanuele Fiano ha già portato avanti il lavoro, incontrando i rappresentanti dei gruppi. Consultazioni che lo inducono a prevedere un “consenso significativo” se Forza Italia sarà della partita, visto che invece M5s, Mdp e Fdi hanno bocciato il nuovo testo: rispetto al proporzionale puro, ha il 36% dei deputati eletti in collegi uninominali, che spingono a formare coalizioni. All’ottimismo delle dichiarazioni, vista l’apertura di FI, si contrappone il timore di nuove imboscate in aula nei voti a scrutinio segreto. Fiano ha incontrato i rappresentanti di quasi tutti i gruppi, dato che M5s ha disertato sostenendo che il cosiddetto Rosatellum 2.0 è un “anticinquestellum“, visto che introduce le coalizioni, a cui si oppongono strenuamente. E una bocciatura totale – oltre che da Giuliano Pisapia – è giunta anche da Pierluigi Bersani, che invece chiede di rimanere sul proporzionale. “È l’ultimo tentativo possibile” ha avvertito, però, il vicesegretario dem Maurizio Martina. Il capogruppo Dem alla Camera, Ettore Rosato, ha auspicato una coalizione non solo con l’ex sindaco di Milano ma con tutta Mdp, che però con il Pd a trazione renziana non ha intenzione di allearsi.

Nel centrodestra la Lega ha dato il consenso con Gianfranco Giorgetti, mentre da Forza Italia è giunta una cauta apertura. Silvio Berlusconi ha convocato ad Arcore i due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, e l’indicazione emersa è un “vediamo le carte”. Al capogruppo Francesco Paolo Sisto, che ha incontrato Fiano, il Pd ha sottolineato che con il Rosatellum 2.0 Fi eviterebbe il listone unico con Lega e Fdi, a cui sarebbe costretta con l’Italicum, attualmente in vigore. Per Fratelli d’Italia, nonostante il gradimento per la coalizione, Giorgia Meloni ha stroncato il testo: “Mi fa schifo”. Il motivo, ha spiegato Ignazio La Russa, è che nella parte proporzionale i deputati verranno eletti in listini bloccati di quattro nomi, come chiede Fi, mentre Fdi vuole le preferenze. In ogni caso domani Fiano depositerà il testo base, che dovrà essere approvato, per poi fissare il termine per gli emendamenti. Un sì arriverà anche da Ap contenta per la soglia al 3%, dalla Lega e da Fi, come gesto di apertura. Se reggerà l’intesa tra tutti questi partiti il testo passerà in Commissione, ma più d’uno solleva timori che in Aula possano riproporsi problemi sui numerosi voti segreti. I collegi uninominali sfavoriscono ora il Pd ora Fi nelle diverse regioni, per cui i deputati dei due partiti candidati in quelle regioni potrebbero votare contro. Ad esempio sarebbero eletti più deputati di Fi in Campania o in Calabria con il Consultellum che non con il Rosatellum, e così vale per il Pd in Lombardia. Ma rispetto a giugno non c’è più lo spettro di urne anticipate, e questo porta acqua al mulino del Rosatellum 2.0.

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