Nelle intercettazioni dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sulle gestione dei rifiuti e pubblicate da LiveSicilia, il primo cittadino si sfoga con un assessore. E poi, secondo i dialoghi riportati da Repubblica, parla con il cognato e la sorella in merito all'indagine sulla loro casa abusiva. Nei dialoghi anche la discussione sull'affidamento del palazzetto dello sport. Intanto nel corso del consiglio comunale ha annunciato di essersi autosospeso dal Movimento
“Questa situazione l’ha messa quella minchiona di Claudia Mannino e siamo veramente dei geni”. “Vediamo di far abbassare questa sanzione”. Nelle intercettazioni dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione rifiuti a Bagheria (Palermo), così come riportato da Live Sicilia, il sindaco M5s Patrizio Cinque si sfoga con l’assessore Maggiore e parla della collega, sospesa dal Movimento dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sulle firme false. Mannino è autrice dell’emendamento alle legge di Stabilità, approvato nel 2014, che aumenta le sanzioni per i titolari di edifici abusivi. L’assessore Maggiore, nella telefonata, aggiunge: “Ma vedi che questi non hanno la percezione della situazione che poi tra l’altro te la posso dire una cosa? L’avesse messa e l’avesse proposta una di Milano”. E Cinque replica: “Quindi vediamo di fare questa, di abbassare questa sanzione, di farla bassa magari puoi mettere quelli a 150 metri dal mare gliene dai 20 mila quello è doveroso… perché comunque sai che se la possono passare bene”.
Il primo cittadino intanto oggi, nel corso del consiglio comunale, ha annunciato di essersi autosospeso dal Movimento. E’ indagato per abuso d’ufficio, turbativa d’asta, violazione del segreto istruttorio e omissione di atti d’ufficio: per lui è stato disposto l’obbligo di firma e sarà interrogato a breve dal Procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che coordina l’inchiesta. Nelle conversazioni intercettate e riportate questa volta da Repubblica, Cinque parla anche con la sorella e il cognato dopo essere stato informato dell’inchiesta sulla loro casa abusiva. “Dovremmo parlare… con Mimmo in particolare devo parlare”, dice il 30 aprile 2016 alla sorella Anna Maria. “Io sono in giro ti devo parlare per la casa capito? Dobbiamo parlare subito”. Non riuscendo nell’obiettivo, decide di chiamare direttamente il cognato Domenico Buttitta: “Oh, hai finito di lavorare? La pausa a che ora la fai… ci dobbiamo vedere, ti devo parlare”. Poi ancora: “Eh, al più presto. Anche ora se possibile… Tra dieci minuti al Punto Snai… forza, ci vediamo là”. Ad avvisare il sindaco dell’inchiesta era stato direttamente poco prima l’ispettore capo della polizia municipale Domenico Chiappone: “Buongiorno sindaco, non è che per caso lei è in giro?”. E poi ancora: “Siccome devo chiedere una cosa, parlare di una cosa un po’ personale, urgente”. Ma non solo. Cinque al telefono chiede anche al cognato: “Ti serve più tempo?”. E Buttita risponde: “Certo”. “Fammi sto favore Patrizio, che almeno mi levo un poco di…”.
L’inchiesta trae spunto dalla denuncia della dirigente del Comune Laura Picciurro su un affidamento diretto, nel 2015, da parte dell’amministrazione comunale, alla ditta Tech del servizio di raccolta e trasferimento dei rifiuti in discarica e negli impianti di recupero per un importo di 3 milioni di euro. La dirigente denunciò irregolarità nell’assegnazione del servizio con la procedura della somma urgenza alla società subentrata al Coinres. Il caso venne discusso anche dalla commissione regionale Antimafia che sentì sia Cinque che la dirigente. Nell’inchiesta è finita appunto anche la vicenda, già nota alle cronache, della casa abusiva del suocero della sorella di Cinque. Il sindaco risponde in questo caso di violazione del segreto d’ufficio in concorso con l’ispettore della polizia municipale Domenico Chiappone. Quest’ultimo gli avrebbe rivelato l’esistenza di un’inchiesta della Procura di Termini sull’immobile abusivo. La procura aveva contestato a Cinque anche l’omissione di atti d’ufficio che il gip, però, non avrebbe ritenuto sussistente.
Ma non solo. Nei dialoghi intercettati, ci sono anche quelli che riguardano l’affidamento della palestra. “Facciamo quella convenzione là e ci presentiamo, quindi dovrebbe essere fatto su misura per noi, vediamo se mantiene la parola”, dice, sempre secondo le intercettazioni pubblicate da Repubblica, Cinque al telefono con il presidente dell’associazione sportiva Nuova Aquila Palermo, Salvatore Rappa. Poco prima ha chiamato l’ex commissario straordinario della provincia regionale di Palermo Manlio Munafò e ha detto: “Noi non ne abbiamo problemi, appena fate l’avviso eh… noi comuni insieme… ad Aquila Palermo… facciamo, partecipiamo all’avviso… insieme al partenariato”. A Rappa invece, rivelano le intercettazioni, annuncia: “Ho visto che hanno pubblicato adesso quel famoso avviso pubblico quindi se ci vediamo al più presto lo leggiamo e vediamo come partecipare”. Anche Munafò è indagato con obbligo di firma in caserma. Cinque, in una nota diffusa nelle scorse ore, ha rivendicato di essere stato tra i promotori di una partnership pubblico-privato per la gestione della struttura sportiva. Gestione che saltò dopo l’intervento del sindaco Orlando.