Viaggi

Festival della Letteratura di Viaggio, a Roma tutte le declinazioni del ‘partire’

Si apre oggi a Roma la decima edizione del Festival della Letteratura di Viaggio, iniziativa promossa da Società Geografica Italiana, che quest’anno celebra anche il 150° anniversario della sua fondazione.

A ben vedere, quella romana è una sorta di terza inaugurazione perché segue la ricchissima tre giorni pugliese di Ostuni, tenutasi durante il secondo fine settimana di settembre e il passaggio lampo di domenica scorsa nel Sannio, a Benevento, con l’apertura della mostra “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” di Paolo Rumiz e compagni.

Un festival che si è ben declinato in più posti dello stivale ma che mantiene come principale la tappa romana. La stupenda Villa Celimontana si ritrasforma ancora una volta nella “casa del viaggio”, ma si contorna anche di diverse azioni “diffuse”, distribuite sull’area metropolitana della capitale.

Interessante, ad esempio, è l’invito all’osservazione, la lettura e l’analisi del territorio della capitale, attraverso le passeggiate antropologiche, filosofiche e geografiche che superano i confini del centro turistico e toccano la periferia e le sue dinamiche sociali.

Il viaggio è “narrato” in ogni modo possibile, attraverso la parola, le immagini, la musica, i reading, il teatro, il cinema. Mostre fotografiche, laboratori (fotografia in viaggio, teatro di viaggio, diari di viaggio a fumetti – vi invitiamo a notare le preposizioni – e cianotipia, ovvero fotografare con le piante in camera verde-oscura), incontri con autori e fotografi, celebrazioni di anniversari (Chatwin, Kapuściński, Kerouac), serate dedicate (Conrad e Verne).

Il viaggio diventa il canale attraverso cui parlare dei temi più svariati e attuali, a titolo esemplificativo, la conversazione con Tahar Ben Jelloun, scrittore franco-marocchino, evocatore di luoghi e culture, paesi e genti e promotore di dialogo interculturale e rispetto per l’altro.

Tantissime iniziative che concorrono a un festival non “classico”, perché si apre alla città tutta, offre tanto ma ha anche bisogno di una partecipazione attiva del pubblico.

Il programma è ricchissimo e sarebbe inutile sintetizzarlo, mentre ci sembra doveroso sottolineare che le iniziative sono tutte gratuite.