Il procuratore generale aveva chiesto l'ergastolo per Defilippi, reo confesso. L'avvocato del giovane invece aveva invocato l'infermità mentale. Oggi la condanna. La madre del giovane rinviata a giudizio per concorso in omicidio. Il processo a ottobre
Non l’ergastolo come chiedeva l’accusa, neppure l’infermità come chiedeva la difesa, ma 30 anni di carcere per Gabriele Defilippi, il giovane di Castellamonte che ha confessato di avere strangolato, nel gennaio 2016, l’ex insegnante di francese, Gloria Rosboch. Il giudice per l’udienza preliminare, Alessandro Scialabba, ha pronunciato la sentenza. Diciannove anni invece per il suo complice, Roberto Obert, che Defilippi aveva tentato inutilmente di scagionare. L’avvocato del giovane, Giorgio Piazzese, aveva chiesto a luglio l’infermità mentale, durante il processo in corso al Tribunale di Ivrea per l’omicidio della professoressa di Castellamonte. Il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, aveva chiesto l’ergastolo per il 24enne reo confesso. La madre del giovane, Caterina Abbattista, difesa dall’avvocato Tommaso Levi, è stata invece rinviata a giudizio con l’accusa di concorso in omicidio. A ottobre dovrebbe iniziare per lei il processo in corte d’assise, sempre a Ivrea.
Gloria Rosboch era sparita alle 14 del 13 gennaio 2016, dopo esser uscita dalla sua abitazione. Immediatamente i sospetti degli inquirenti caddero su Gabriele De Filippi, che era stato denunciato alla Procura di Torino per una truffa subita dalla donna tra il 2013 e il 2014. Secondo l’accusa il giovane le aveva promesso una vita insieme in Costa Azzurra in cambio di una cospicua somma di denaro: quasi 190 mila euro, in contanti, spariti dal conto corrente dell’insegnante, consegnati a Defilippi per quella finta promessa e poi finiti chissà dove. Dopo un mese, il corpo della dona fu ritrovato in una vasca di scolo a Rivara, nel Torinese.