In tanti mi chiedono: “Come fate a vivere senz’auto?”. E io rispondo: “Chiedetemi piuttosto come facciamo a sopravvivere in un mondo pieno di auto…”.
L’Italia è il Paese europeo dove l’inquinamento causato delle auto uccide di più: 2810 vittime (la ricerca prende in considerazione solo le vittime dell’inquinamento da NOx emesso dai diesel), per non parlare degli incidenti stradali che nel 2016, secondo l’Istat, hanno provocato 3.283 vittime. Un bollettino da guerra, che passa costantemente inosservato dalle politiche e dai media nazionali. Mai una pubblicità “progresso” che inviti la gente ad andare in bici e lasciare a casa l’auto. Semmai il contrario. Siamo bombardati da pubblicità che inneggiano alle auto come status symbol. Auto sempre più grandi, sempre più letali, sempre più inutili, sempre più veloci. Perché non proibire la loro pubblicità, così come sono proibite le pubblicità delle sigarette o del latte artificiale?
Secondo la ricerca già citata, ogni anno, in Europa circa 10.000 persone muoiono prematuramente a causa dell’ossido di azoto (NOx), un gas nocivo abbondantemente emesso dai motori diesel: un terzo delle vittime risiede in Italia, anche se non siamo il paese più popoloso d’Europa.
Bene, diranno gli ottimisti, ora che i controlli alle emissioni sono più severi, dopo il Dieselgate del 2015, le cose miglioreranno: una nuova procedura di test è stata appena introdotta (dopo due anni dallo scandalo), da effettuare in condizione di guida (e dunque di emissioni) reali. Questa nuova procedura verrà applicata a tutte le nuove auto solo nel giro di altri due anni. Basta avere pazienza.
Secondo le macabre previsioni dei ricercatori, i morti in Italia diminuiranno da 2810 a 1560. Mica male. Solo 1560 morti l’anno per uno smog inutile e evitabile. Non ci si può lamentare. Per l’auto, questo e altro.
Secondo la ricerca i 20 paesi più virtuosi pur rappresentando il 23% della popolazione europea, contano solo il 10% dei decessi: in particolare, in Norvegia, Finlandia e Cipro il rischio di morte è 14 volte inferiore alla media europea. Come fanno?
La soluzione non è meno auto diesel, più auto a metano e più auto elettriche, la soluzione è meno auto punto. Le auto elettriche, come ricordavo in un altro articolo, non sono a impatto zero. Litio e cobalto, utilizzate nelle batterie dei veicoli elettrici (ma anche di Pc e smartphone) sono metalli scarsamente presenti in natura, costosi, estratti con metodi inquinanti e in Paesi che calpestano i diritti umani. La stessa energia elettrica non è necessariamente né pulita né rinnovabile, poiché può venire da centrali a carbone. Il metano è una fonte fossile, non rinnovabile, la cui estrazione e il cui trasporto provocano non pochi danni ambientali (trivellazioni, airgun, metanodotti, rigassificatori).
La soluzione è ridurre, condividere: non due o tre auto a famiglia (media italiana), ma un’auto ogni 3 o 4 famiglie. Auto ecologiche non private, ma in condivisione, forme di car sharing o car pooling. Mezzi pubblici economici ed efficienti, strade sicure a misura di bici e pedoni. Incentivi a chi si reca al lavoro o a scuola in bici, pedaggi e disincentivi per chi usa le auto, città con estese zone pedonali e ciclabili.
Ma c’è tanta strada da fare, tanti pregiudizi da abbattere, abitudini da scardinare. L’Italia è patria dell’industria automobilistica, non ha mai creduto troppo nella mobilità ciclabile o nei mezzi pubblici, non ha mai disincentivato auto e automobilisti. Nessuna città italiana è mai riuscita a classificarsi fra le prime 20 città “bike friendly” del mondo, classifica vinta anche quest’anno da Copenhagen. Guardiamoci attorno: Oslo prevede di eliminare completamente le automobili dal centro cittadino entro il 2019. Madrid prevede di vietare l’ingresso alle auto in un’area di due chilometri quadrati nel centro cittadino, riprogettando 24 delle vie più trafficate in favore degli spostamenti a piedi piuttosto che della guida. Amburgo progetta una “rete verde”, di spazi interconnessi ai quali le persone potranno accedere senza automobile. Entro il 2035 tale rete coprirà il 40% di Amburgo e includerà parchi, aree gioco, campi sportivi e cimiteri. Parigi vieterà le auto a gasolio e raddoppierà la rete ciclabile. Copenhagen può vantare oltre 350 km di piste ciclabili e presenta uno dei tassi di motorizzazione più bassi d’Europa (27 auto ogni 100 abitanti).
E da noi? Ogni giorno in Italia si muovono 1,8 milioni di pendolari, con serpentoni di auto che da Milano arriverebbero a Pechino. Le auto che circolano in città sono vuote, con a bordo il solo guidatore: si è calcolato che con almeno due passeggeri ci sarebbero 628mila auto in meno. Roma svetta in negativo su ogni classifica: sono 76 le auto ogni 100 abitanti. Nonostante i suoi 4135 metri (per abitante) di strade urbane, più del doppio dell’estensione delle strade di Parigi, Londra e Madrid (Commission for integrated transport Uk), gli ingorghi sono allucinanti e terrificanti. Le strade occupate dalle auto rallentano i mezzi pubblici, sono pericolose per le bici, così da ostacolare la mobilità sostenibile in una spirale senza fine.
D’altra parte, come si fa a vivere senz’auto?