Siamo in ritardo sui social – ha detto il creatore del tg satirico – perché non me ne occupo io direttamente, ma se ne occupa l'azienda. Sono dei ritardi delinquenziali. E' una lotta continua. Noi più che produrre dei contenuti interessanti e potenzialmente virali non sappiamo che fare, l'azienda si prenderà le sue responsabilità. Il nostro sito? Anche quello spetta a Mediaset"
Date un microfono (e dei giornalisti) ad Antonio Ricci e la polemica sarà servita. Da almeno tre anni a questa parte, la conferenza stampa di inizio stagione di Striscia la notizia diventa una valvola di sfogo per il patron della trasmissione. Due anni fa Ricci si lamentò del trasferimento da Milano 2 a Cologno. “Questo luogo, oggettivamente, porta sfiga. Qui ci sono tanti programmi morti, abortiti e assassinati. Non sappiamo se ci portano qui solo per farci ammazzare […] Anche il fatto di essere usciti dalla piattaforma Sky divide molti. C’è chi dice che è una cagata pazzesca, e sono tanti…”. Un anno fa, invece, la polemica fu sui contratti. “Non sappiamo se andremo in onda lunedì. C’è sempre un infingardo che mette una clausola a sorpresa sugli inviati. Quest’anno c’è una penale pazzesca sulla rescissione del contratto. Sono fiducioso che verrà tolta entro lunedì, altrimenti non andremo in onda”. Poi tutto andò liscio come l’olio e Ricci fece valere i suoi diritti.
Quest’anno? Tutto tranquillo? Nossignore. Il buon Antonio Ricci, coadiuvato da Ezio Greggio ed Enzino Iacchetti, non ha risparmiato nessuno. Bersaglio preferito? Mediaset, of course. Intanto, ha voluto recriminare il mancato utilizzo dei social. “Siamo in ritardo sui social – ha fatto sapere – perché non me ne occupo io direttamente, ma se ne occupa l’azienda. Sono dei ritardi delinquenziali. E’ una lotta continua. Noi più che produrre dei contenuti interessanti e potenzialmente virali non sappiamo che fare, l’azienda si prenderà le sue responsabilità. Il nostro sito? Anche quello spetta a Mediaset. Ora è nuovo, ma 2016 nella sezione ‘rassegna stampa’ c’erano solo due notizie, mi sembra una cosa bizzarra”. “Forse si era rotto lo scanner”, ha provocato Greggio. “Eh, ma se continua così mi rompo io…”, ha risposto Ricci. “Antonio, passano gli anni e continui a non essere mai polemico con l’azienda”, ha replicato di nuovo Ezio con un sorriso sornione.
Finita qui? Non proprio. “Quanto ci ha penalizzato il fatto di non essere più nella piattaforma Sky?”, ha chiesto questa volta Greggio. E Ricci ha girato la questione a Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, seduto tra i giornalisti. “Striscia ha vinto praticamente sempre, sia prima che dopo l’abbandono della piattaforma Sky. Merito del vostro grande lavoro”. “A me è sembrata una manovra tafazziana uscire da Sky, E’ un dispiacere”, ha infilzato quindi Greggio. “E’ una strategia che ha voluto fare l’azienda e i risultati ci stanno dando ragione. Canale 5 è l’unica rete generalista che continua a crescere, anche quando le altre calano”.
Ma la bordata finale è arrivata da Ricci. “Praticamente se sposti il negozio dal centro e lo metti a Quarto Oggiaro, devi lavorare e gridare molto di più per farti vedere e avere i risultati di una volta. Ma a loro (l’azienda, ndr) va bene così, e non gliene frega niente se lavori il triplo”. Insomma, il rapporto tra Mediaset e il padre del programma dell’access prime time di Canale 5 (che torna da lunedì 25 settembre) sembra sempre “al limite”.