La legge sulle vaccinazioni obbligatorie ha sollevato aspre obiezioni ed ha stimolato un ampio dibattito pubblico tra favorevoli e contrari. Sebbene il dibattito pubblico su qualunque argomento sia sempre utile ed auspicabile, nel caso delle vaccinazioni esso è reso sterile da estremizzazioni e confusioni. Essenzialmente la discussione si articola tra due posizioni “ufficiali”, pubbliche ed una terza posizione non ufficiale ma condivisa da molti.

Le due posizioni ufficiali possono essere definite per brevità pro-vax e free-vax; la terza posizione è quella dei no-vax. Nella sostanza, e tralasciando le inutili estremizzazioni, le posizioni pro-vax e free-vax sostengono entrambe che i vaccini sono strumenti di prevenzione efficaci e differiscono per la preferenza accordata allo strumento da utilizzarsi per incoraggiare la diffusione della vaccinazione: i pro-vax (tra i quali mi annovero anch’io) sono favorevoli all’obbligatorietà, semmai con qualche dubbio sul numero ottimale delle vaccinazioni obbligatorie; i free-vax sostengono che sia opportuno utilizzare campagne di informazione e convincere la popolazione piuttosto che obbligarla. I no-vax sostengono invece che gli effetti avversi (innegabili ma rari) dei vaccini siano superiori ai benefici e pertanto non solo rifiutano l’obbligo, ma contestano come false le campagne informative in atto.

Le tre posizioni sono in teoria abbastanza ben definite, ma in pratica molti no-vax confluiscono nei free-vax perché la loro posizione non trova alcun supporto negli ambienti scientifici e politici, e persino il M5S che aveva in passato espresso posizioni no-vax è oggi free-vax.

E’ chiaro che in un post non è possibile affrontare tutti gli aspetti di un problema intricato come questo, e io ne considererò uno solo: le implicazioni etiche e logiche delle posizioni pro-vax e free-vax. L’etica e la logica costituiscono o dovrebbero costituire la base del diritto, dunque della legge attualmente in vigore. Trascurerò nella mia analisi la valutazione delle posizioni no-vax: se cioè vaccinarsi sia egoisticamente conveniente o meno, e darò per scontata l’opinione prevalente degli esperti che sostiene fortemente l’utilità delle vaccinazioni. E’ importante in primo luogo notare che la legge tutela i bambini: il legislatore ha lasciato libero l’adulto di decidere se vaccinarsi o meno (perché la Costituzione riconosce la libertà di cura dell’individuo), ma ha posto al genitore l’obbligo di vaccinare i figli (perché i minori non sono proprietà dei genitori, ma individui incapaci di decidere per sé stessi, ed è quindi necessario che siano tutelati dalla legge). Poiché sia i pro-vax che i free-vax ritengono che i vaccini servano, la questione etica è se sia preferibile imporli o consigliarli ai genitori, nell’interesse dei bambini ai quali vaccinarsi comunque conviene. La legge vigente è completamente congruente con queste premesse etiche e logiche: stante che l’interesse del bambino è quello di ricevere la protezione vaccinale, la libertà di scelta è una falsa libertà: quale genitore farebbe per il proprio figlio la scelta peggiore? Con questa legge, lo Stato prende una posizione di guida, e risolve il dubbio e la responsabilità del genitore.

La posizione free-vax, sebbene adottata in molti paesi europei e apparentemente molto democratica, è invece illogica e contraddittoria rispetto alle sue stesse premesse. Per dimostrare il punto, immaginiamo che la posizione free-vax prevalga, e che la legge sull’obbligo vaccinale sia abrogata. Questo potrebbe portare un certo numero di genitori, liberi di scegliere e non sufficientemente convinti dalle informazioni ricevute, a decidere di non vaccinare i propri figli. All’interno di questo gruppo si verificherebbe una più elevata incidenza di malattia rispetto al resto della popolazione, con casi di danni permanenti o morte in eccesso rispetto a quelli che si verificano nella popolazione vaccinata. Chi sarebbe responsabile di questo eccesso di danni e morti? Non i genitori che hanno esercitato una libera scelta, ma lo Stato che, consapevole attraverso i suoi esperti del fatto che l’interesse egoistico del bambino è vaccinarsi, non ha imposto l’obbligo ai genitori.

E’ facile propagandare la bellezza della libertà di scelta, molto meno assumersi le responsabilità che la libertà inevitabilmente comporta, a fronte di rischi ben noti sui quali la comunità scientifica è in larga maggioranza schierata. Ovviamente questo ragionamento non convincerà mai un no-vax che si schiera sotto la bandiera free-vax; però almeno potrebbe servire a smascherarlo.

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